Lo sappiamo, il titolo di questo articolo potrebbe essere letto come pura blasfemia dai puristi della fotografia, pronti a difendere a spada tratta l’indiscutibile maggior qualità fotografica resa possibile dall’uso di una camera DSLR rispetto a quella ottenibile da un comune smartphone; c’è un ma, però, e arriva direttamente da Harvard e in particolare dalla School of Engineering and Applied Sciences (SEAS).

Proprio dalla rinomata Università d’oltreoceano arriva l’ultima ricerca nel campo fotografico, pronta a rivoluzionare quelli che sono i nostri standard per quanto riguarda la qualità. Come? Grazie all’utilizzo di una metalente piatta, ovverosia una lente realizzata con un metamateriale in grado di garantire le stesse funzionalità di una lente tradizionale senza l’utilizzo di vetro.

Realizzate in ossido di titanio, rendono possibile la riflessione della luce verso un singolo punto focale, il tutto con dimensioni estremamente contenute. Visto che uno dei principali limiti ai sensori che troviamo oggi montati sugli smartphone è la limitatezza delle dimensioni, è facile comprendere dove si voglia andare a parare.

Queste metalenti, grazie alle dimensioni estremamente ridotte, potrebbero permettere agli smartphone di ottenere risultati migliori di quelli odierni, avvicinando ancora un po’ il livello di qualità fotografica a quello (al momento irraggiungibile) di una reflex. Inoltre tali lenti permetterebbero di ridurre un fenomeno indesiderato conosciuto come aberrazione cromatica nelle piccole lenti.

Ovviamente, dobbiamo dare per buono quanto riportato dal team di ricerca, non essendo esperti nel campo dei metamateriali; al momento, comunque, la tecnologia non è in grado di coprire tutto lo spettro cromatico, e il lavoro per poter vedere tale tecnologia applicata agli smartphone commercialmente sarà sicuramente ancora lungo.