Da qualche anno gira in Rete la storia secondo cui Facebook userebbe il microfono dei nostri smartphone per ascoltare le nostre conversazioni e inoltrarci pubblicità su misura. La questione è stata riproposta nei giorni scorsi da Reply All, portando all’intervento di Rob Goldman, vice presidente del reparto advertising del colosso dei social network.

Ancora una volta viene confermato che si tratta di una diceria infondata e che non è mai stata utilizzata questa tecnica:

Gestisco la pubblicità su Facebook. Non usiamo, e non abbiamo mai utilizzato, i vostri microfoni per la pubblicità. Non è vero.”

I “complottisti” affermano che basta nominare qualcosa di insolito, come cibo per gatti, davanti al proprio smartphone per veder comparire a distanza di pochi giorni una pubblicità a tema su Facebook. In realtà sembra che la gente sia vittima del cosiddetto fenomeno di Baader-Meinhof.

 

In sostanza dopo aver parlato di un determinato argomento, insolito per voi, vi capiterà di prestare maggior attenzione a questo argomento. Dopo aver parlato di cibo per gatti, è dunque normale che presterete maggior attenzione alle pubblicità relative al cibo per gatti, una cosa che con ogni probabilità non avete notato in precedenza perché non rientrava nei vostri interessi.

Nessun complotto oscuro dunque, ma uno “scherzetto” della nostra mente che presta una maggior attenzione a determinate cose solo in seguito ad alcuni avvenimenti. Dopo questa ulteriore smentita sembra davvero improbabile che Facebook stia nascondendo qualcosa, con il rischio di azioni legali dagli effetti nefasti.

Calza a pennello la frase di David Hand, professore di matematica all’Imperial College di Londra, pronunciata lo scorso anno proprio sulla questione intercettazioni:

Se dai a qualcosa una piccola chance di avvenire, e gli dai abbastanza opportunità perché succeda, è inevitabile che accada“”