È andato a M. Stanley Whittingham il Nobel 2019 per la Chimica, l’uomo che nel 1972, insieme al suo team, ha posto le basi scientifiche per lo sviluppo delle batterie al litio. “Siamo partiti da un pezzo molto piccolo e adesso siamo arrivati ad un risultato così grande. I trasporti stanno vivendo una rivoluzione. Passare dall’idea alla realtà è stato senza dubbio un grande viaggio”, ha detto lo scienziato.

Ai giorni nostri le batterie al litio non sono importanti solamente per smartphone, PC e tablet, ma rappresentano la base su cui si sta erigendo la mobilità elettrica. Per questo Whittingham è stato scelto per patrocinare l’ultima edizione dello Science Award per l’elettrochimica, premio istituito sette anni fa da Volkswagen e BASF per sostenerne la ricerca.

Il premio Nobel si è detto sorpreso per i progressi fatti nell’arco di qualche decennio, per “come siamo riusciti a passare da uno stadio primordiale di ricerca a questi metodi così moderni ed efficienti di produrre le batterie. È molto di più di quello che all’epoca avessimo sognato”.

A detta dello scienziato ci sono i margini per migliorare ancora, nonostante ad un certo punto ci si dovrà arrendere di fronte ai limiti tecnologici: “Andare ancora oltre sarà impossibile, […] ma dovremmo essere in grado di arrivare a raddoppiare la densità energetica con batterie della stessa dimensione, cercando di mantenere i costi invariati e aumentare la sicurezza”.

“Penso che il litio rimarrà la tecnologia primaria per i prossimi dieci o venti anni. La questione centrale è se potremo fare a meno dell’elettrolita organico. Perché se questo sarà possibile, allora potremmo usare il litio puro e un sale minerale o un elettrolita inorganico o polimerico. Quindi credo che la ricerca sarà concentrata su questo aspetto per un paio di decadi”, ha concluso Whittingham.