Nel corso dell’evento Disrupt, organizzato periodicamente da TechCrunch, il fondatore di Telegram Pavel Durov ha fatto il punto sulla propria app di messaggistica istantanea e sulle proposte della concorrenza. Attualmente Telegram può contare su una base di 60 milioni di utenti attivi ogni mese, in linea con i dati resi noti lo scorso Maggio.

Quello che è cambiato considerevolmente è il numero di messaggi spediti attraverso la piattaforma, passati da 1 miliardo al giorno in febbraio a ben 12 miliardi al giorno. Secondo Durov questo significa che gli utenti che prima utilizzavano Telegram come sistema di backup ora lo hanno adottato come sistema di comunicazione principale. Si tratta di numeri particolarmente impressionanti per una applicazione relativamente giovane, presentata solo due anni fa.

Ovviamente Telegram non può contare sui numeri di altre applicazioni come Whatsapp e WeChat, che hanno una base utenti molto superiore. Proprio su Whatsapp il fondatore di Telegram ha voluto fare una riflessione.

“Se avete uno smartphone con Whatsapp e restate senza batteria non avrete alcuna possibilità di accedere ai vostri messaggi. Non potete sincronizzarlo con diversi dispositivi e non è cross-platform. Ci sono un sacco di limitazioni nelle chat di gruppo. Non è privato. Non ero un grande fan di Whatsapp tre anni fa e non lo sono certamente oggi.”

Durov ha risposto anche ad una domanda piuttosto complicata, relativa all’utilizzo di Telegram da parte dei terroristi dell’ISIS, grazie alla impossibilità di decrittare i messaggi spediti. Telegram non può essere ritenuta responsabile dell’utilizzo per fini contrari alla legge ed il suo fondatore afferma di non avere nessun senso di colpa a riguardo.

Sembra infine difficile che l’app di messaggistica possa seguire l’esempio di altre piattaforme come WeChat  e Line che offrono dei servizi aggiuntivi, in quanto è necessario innanzitutto avere una diffusione maggiore. Lo stesso discorso vale per i sistemi di micro-pagamenti che non necessariamente rappresentano un business per Telegram.

Pavel Durov sembra quindi avere le idee chiare sulle strategie da adottare per proseguire l’avventura della propria creatura, a dispetto della tanta concorrenza presente nel settore della messaggistica istantanea.

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