Uno studio dell’Oxford Internet Institute ha messo in dubbio tutti quelli precedenti che affermavano come l’utilizzo di smartphone e tablet da parte dei bambini, specialmente prima di andare a dormire, conducesse alla perdita del sonno nel 90% di loro.

Gli scienziati di Oxford hanno mostrato invece come ogni ora di visione di uno schermo è correlata ad una perdita di sonno che oscilla fra i 3 e gli 8 minuti ogni notte: una quantità troppo piccola per intaccare realmente il riposo notturno di un bambino, anche dal punto di vista qualitativo.

“Concentrarsi su routine e schemi per preparare il bambino al sonno, così come costanti tempi di risveglio, sono strategie molto più efficaci per aiutare i piccoli a dormire anziché pensare che il tempo passato sugli schermi possa avere un ruolo significativo”; questo è ciò che consiglia di fare l’autore dello studio, il Professor Andrew Przybylski. Inoltre, sminuisce gli altri studi con esito opposto affermando che i campioni erano troppo piccoli, cosa che probabilmente ha portato ad avere dei falsi positivi, dati i modesti effetti degli schermi.

Przybylski ha anche spiegato come le ricerche dovrebbero invece concentrarsi su altri eventuali effetti biologici che potrebbero essere causati dall’uso eccessivo di schermi. In questo ambito rientrano i ben noti problemi causati dalla luce blu, che risulta persino tossica per gli occhi, portando alla degenerazione maculare, che col tempo può portare alla perdita irreversibile della visione centrale. Fortunatamente, ci vengono in aiuto i “filtri luce blu”, che al giorno d’oggi sono implementati e facilmente attivabili in ogni sistema operativo, sia mobile che desktop.

Un buon consiglio rimane quello di abituare i bambini a leggere in formato cartaceo, soprattutto la sera, quando non c’è più la luce naturale che mitiga gli effetti di quella blu-viola degli schermi. Consiglio che, ovviamente, può essere seguito con lo stesso beneficio anche dai più grandi.