Inutile dire che l’iPhone riesce sempre a catturare l’attenzione di tutti, indipendentemente dalle proprie preferenze e dai propri gusti. A volte, però, lo fa con caratteristiche non propriamente positive: l’iPhone 4 era stato protagonista dell’antennagate, ovvero di un problema che lo rendeva inutilizzabile se impugnato in un certo modo, mentre il nuovissimo iPhone 6 Plus pare sia vittima di un grossolano errore di progettazione che fa sì che il telefono si pieghi.
Non parliamo di una piega come quella che potrebbe subire LG G Flex, che è studiato appositamente per questo tipo di casi (come ha fatto notare il produttore col tweet qui sotto), ma di una piega della scocca e del telaio in alluminio. Il risultato è un danno permanente alla cornice dell’iPhone, che risulta deformata in corrispondenza dei tasti del volume.
#bentgate ??? #GFlex pic.twitter.com/cj5R49Rlkq
— LG Electronics UK (@LGUK) 22 Settembre 2014
Ad accorgersi del problema sarebbero stati alcuni utenti che portavano il phablet della Mela in una tasca anteriore di pantaloni un po’ stretti; con un po’ di movimento il telefono si sarebbe piegato lasciando l’amaro in bocca al proprietario. Il problema, peraltro, sembra non essere limitato a uno o due casi, ma sufficientemente diffuso – o, almeno, abbastanza diffuso da far coniare il nuovo termine “bentgate” (“bent” significa “piegato” in inglese) a corredo dell’antennagate citato in precedenza.
I ragazzi di Unbox Therapy hanno deciso di provare con mano a piegare l’iPhone 6 Plus e, effettivamente, sono riusciti nel loro intento senza troppa fatica. Per fare un confronto con la concorrenza hanno provato a piegare anche il Galaxy Note 3, cercando di applicare la stessa forza. Non è chiaramente facile giudicare da un video, ma il fatto è che il Galaxy Note 3 non si è piegato, al contrario di iPhone 6 Plus.
Che questo sia indice di migliore progettazione, di un caso, di materiali che risultano più flessibili e non subiscono danni evidenti dalla flessione o, ancora, da un mix di tutte le cose non è dato sapere. Di certo, però, la tanto sbandierata qualità dei materiali deve ogni tanto piegarsi di fronte a problemi di questo tipo – che possono verificarsi indipendentemente da modello, produttore, frutti sul retro o altro.
Una maggiore attenzione in fase di progettazione avrebbe certo evitato ad Apple un grande imbarazzo. Un problema del genere può capitare a tutti, ma forse immettere sul mercato un prodotto leggermente più spesso ma più robusto sarebbe stata un’idea migliore. Concludo con una provocazione: ora Apple dirà agli utenti che non tengono in tasca correttamente il telefono?