Uno studio condotto da IDC – leader mondiale in ricerca, consulenza ed eventi in ambito ICT e innovazione digitale – consegna ai produttori una notizia buona ed una “meno buona”: è vero che le vendite non hanno i ritmi del passato, ma lo è altrettanto che i consumatori sono disposti a pagare di più.

Se nel 2016 per la prima volta il tasso di crescita del settore si è assestato su un numero ad una sola cifra con un guadagno del 2.5%, quest’anno l’incremento rispetto al precedente scenderà al 2% con 1.5 miliardi di unità vendute ad un prezzo medio rincarato del 7%.

Ovviamente i ringraziamenti vanno ai device di fascia alta, con una nota di merito per i cosiddetti phablet mediamente più costosi del 9% circa rispetto al 2016 e che sullo stesso anno avranno volumi di vendita superiori almeno del 34%. E nel 2021 – si legge nello stesso studio – avranno un market share del 51%.

Considerata la vita media di uno smartphone stabile intorno ai due anni, e la recente scossa data al mercato dal nuovo rapporto di forma a 18:9 che rende maneggevoli anche gli schermi più ampi, è facile rendersi conto quanto queste previsioni possano essere accurate.

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