I dispositivi IoT (Internet of Things) stanno lentamente entrando nelle nostre case, che si tratti di termostati intelligenti o smart TV, sistemi di sicurezza o elettromedicali. Secondo la BayLDA, Bayerisches Landesamt für Datenschutzaufsicht (Ufficio di stato bavarese per la protezione dei dati), che ha condotto una indagine insieme ad altre 25 agenzie di regolamentazione, c’è poca chiarezza sui dati raccolti dai dispositivi e sui metodi utilizzati per proteggerli, soprattutto i dati sensibili raccolti da fitness tracker e simili.

Tra le criticità riscontrate dall’indagine le più gravi sono legate alla scarsa trasparenza sulle policy adottate per trattare i dati raccolti dai dispositivi IoT. Nella maggior parte dei casi gli utenti non possono sapere quali dati vengono memorizzati, non possono richiedere la cancellazione dei propri dati né possono sapere come vengono utilizzati i dati raccolti.

Preoccupa molto la situazione dei dati raccolti dai dispositivi medici, come i semplici fitness tracker, i cui dati vengono trasmessi in chiaro nella maggior parte dei casi mettendo seriamente a rischio la privacy dei cittadini. Le società coinvolte nell’indagine hanno riconosciuto le proprie responsabilità e assicurano che stanno lavorando affinché i requisiti di legge vengano rispettati.

Ancora una volta dunque torna di attualità il tema del trattamento dei dati, troppo spesso sottovalutato sia dai produttori che dai cittadini, a volte inconsapevoli della situazione.