AliExpress è la piattaforma di e-commerce di Alibaba, multinazionale cinese dedita al commercio, che opera anche nel nostro Paese, e in altri Paesi europei. A quanto pare però la gestione del sito non è conforme alle norme europee e ci sono parecchie zone d’ombra nelle clausole contrattuali.

Le leggi affermano che in caso di controversie si debba pare ricorso a un tribunale europeo, ma su AliExpress si parla solamente di un tribunale arbitrale a Hong Kong. Non è previsto il diritto di recesso entro 14 giorni, anche senza motivazione, uno dei diritti sanciti da tempo sul territorio dell’Unione Europea.

Come sottolinea Altroconsumo, che ha inoltrato una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCMO0, ma come hanno rilevato anche altre organizzazioni appartenenti al Beuc (Bureau Européen des Unions des Consommateurs), non vi è alcun chiaro riferimento al periodo di garanzia di due anni, stabilito dalle vigenti normative e che dovrebbe essere comunicato esplicitamente ai consumatori.

Viene inoltre fatto notare che, pur essendo il sito localizzato in gran parte in italiano, i termini contrattuali sono spesso disponibili esclusivamente in inglese, con il rischio di fraintendimenti. Ivo Tarantino, responsabile delle relazioni esterne di Altroconsumo sottolinea inoltre:

I diritti dei consumatori sono essenziali: è fondamentale proteggere le persone in caso di problemi in fase di vendita e post-acquisto. Se Alibaba opera nel mercato dell’UE deve rispettare le regole dei consumatori dell’UE. In caso contrario, spetta alle autorità nazionali intervenire e rendere i termini contrattuali conformi alla legge. Chiediamo all’Autorità garante della concorrenza e del mercato di agire urgentemente. Le piattaforme online che collegano i venditori al di fuori dell’Europa sono sempre più popolari, ma il rispetto dei diritti dei consumatori non è negoziabile.