WhatsApp, così come altre importanti aziende nel settore tecnologico, dovrà apportare alcuni significativi cambiamenti nel suo operato per essere conforme al Digital Markets Act, il nuovo regolamento dell’Unione Europea che mira a contrastare le posizioni dominanti di alcune aziende e a promuovere la concorrenza tra i vari servizi digitali.

Per rispetto delle direttive europee, WhatsApp introdurrà l’interoperabilità con altre piattaforme di messaggistica, permettendo cioè di conversare con i propri contatti utilizzando anche altre applicazioni di terze parti. Dick Brouwer, direttore ingegneristico di WhatsApp, ha rilasciato un’intervista a Wired in cui spiega come sta lavorando con le altre aziende per raggiungere questo obiettivo, che si prevede verrà finalizzato nei prossimi mesi.

Come funzionerà l’interoperabilità di WhatsApp

Come già detto in apertura, il Digital Markets Act dell’Unione Europea (qui il nostro approfondimento) entrato in vigore nel 2023, ha designato WhatsApp come un gatekeeper digitale, vale a dire un servizio che gode di una posizione rilevante nel mercato che dovrà sottostare ad alcune regole, sempre più pervasive e dettate per l’appunto dal DMA al fine di promuovere la concorrenza leale tra i vari servizi.

L’obiettivo di WhatsApp sarà quello di consentire di chattare con persone anche attraverso applicazioni di terze parti, quali per esempio iMessage di Apple, Telegram o Google Messaggi, senza utilizzare l’applicazione ufficiale. Viceversa, sarà possibile utilizzare la piattaforma di WhatsApp anche per parlare con persone presenti su altre piattaforme.

Inizialmente questa interoperabilità riguarderà i messaggi di testo, le immagini, i video, i messaggi vocali e i file inviati tra una persona e l’altra, ma la preoccupazione principale di Brouwer è quella legata alla sicurezza: WhatsApp punta infatti tantissimo sulla privacy e si fa forte della crittografia dei messaggi inviati attraverso la sua piattaforma, dunque si aspetta che anche le applicazioni di terze parti che saranno integrate al suo interno utilizzino gli stessi standard di sicurezza.

Meta utilizza il Protocollo Signal per la crittografia delle sue piattaforme, ma si è dimostrata aperta ad accettare l’utilizzo di protocolli alternativi, a condizione che le aziende dimostrino che siano validi tanto quanto quello utilizzato da WhatsApp. Le aziende dovranno poi firmare un contratto con Meta, i cui dettagli verranno rivelati nelle prossime settimane, prima di poter procedere con l’integrazione.

Non è ancora chiaro se l’interoperabilità di WhatsApp arriverà soltanto nell’Unione Europea a causa del DMA o se Meta deciderà di estendere questa possibilità anche al resto del mondo, ma sappiamo per certo che l’azienda è al lavoro sull’integrazione delle app di terze parti già da un po’ di tempo, visto che sulla versione beta dell’app di messaggistica è stata scovata una nuova sezione dedicata proprio alle applicazioni esterne.

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