La serata di ieri, 2 febbraio 2022, è stata a suo modo storica: Facebook (ora Meta) ha pubblicato i risultati finanziari dell’ultimo trimestre del 2021 e dell’intero scorso anno, evidenziando per la prima volta dalla sua creazione una perdita di utenti giornalieri su scala globale. Questo senza dimenticare altri dati di un certo peso: una crescita delle entrate pubblicitarie al di sotto delle aspettative che ha fatto precipitare le azioni del 20 percento.

I problemi di Facebook (Meta)

Questo crollo — nel quale Meta ha trascinato con sé anche altri colossi del settore come Twitter, Snap e Pinterest —, che ha visto il valore di Facebook calare di 200 milioni di dollari, costituisce la riprova di come l’operazione trasformazione in Meta non sia stato abbastanza per distrarre gli investitori dai problemi che attanagliano Facebook in relazione al suo core business, ovvero i social media.

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno la crescita della user base di Facebook, Instagram e WhatsApp è stata sostanzialmente piatta. In aggiunta a questo, proprio l’applicazione principale Facebook ha perso un milione di utenti giornalieri in Nord America, che è dove solitamente genera il grosso delle entrate attraverso le pubblicità. Quel calo si è tradotto in una diminuzione generale degli utenti giornalieri di Facebook a livello globale, che un portavoce ha confermato essere stata una prima volta assoluta nella storia della compagnia.

Il passaggio da 1 miliardo e 930 milioni nel Q3 2021 a 1 miliardo e 929 milioni nel Q4 potrebbe rappresentare una conseguenza del calo di interesse nei confronti di Facebook da parte delle nuove generazioni, che preferiscono altre piattaforme.

La situazione di Facebook non ha intaccato i numeri di Instagram, ma nel complesso tutte le applicazioni di Meta hanno messo insieme 2,82 miliardi di utenti, appena 10 milioni in più rispetto al trimestre precedente.

I profitti sono comunque notevoli

Meta, questo va detto, rimane comunque estremamente redditizia: soltanto lo scorso anno ha realizzato profitti per quasi 40 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali provenienti dalla pubblicità.

Tanti miliardi di dollari stanno però finendo in Reality Labs, vale a dire la divisione che si occupa dei visori Quest VR, del software VR, degli occhiali AR in arrivo e di altre iniziative aventi a che fare con il metaverso. Questa divisione da sola, infatti, lo scorso anno ha messo a referto perdite per ben 10,2 miliardi di dollari e generato entrate per circa 2,3 miliardi di dollari, un dato nel quale confluiscono sia le vendite dei visori Quest che gli acquisti in app VR. Meta, a dire il vero, non ha ancora reso noti i dati delle vendite dei visori Quest, anche se stime di terze parti parlano di numeri che si aggirano attorno ai dieci milioni di unità.

Parlando con gli investitori nella giornata di mercoledì, Mark Zuckerberg ha riferito che il prossimo visore per la VR prodotto da Meta — il chiacchierato ma ancora sconosciuto Project Cambria — arriverà sul mercato più avanti nel corso dell’anno e che verrà posizionato in una fascia di prezzo premium (“high end of the price spectrum”).

Lo stesso Zuckerberg è stato decisamente chiaro su quelle che sono le sue intenzioni per il futuro: negli anni a venire ci saranno ancora grossi investimenti in Reality Labs, con alla base la visione che intende la combinazione di realtà aumentata e realtà virtuale come la prossima grande piattaforma informatica.

Quanto detto rende però piuttosto evidente la potenziale grossa falla nel piano ambizioso del fondatore di Facebook: dovrebbe essere il business dei social media — la cui crescita, come si è visto, sta rallentando — a finanziare i necessari investimenti.

Sotto questo profilo è molto interessante la chiave di lettura offerta Nikita Bier su Twitter:

  • Facebook sta soffrendo oltremodo la concorrenza di TikTok
  • Non può fare nuove acquisizioni senza finire nel mirino dell’antitrust
  • La questione dell’IDFA di Apple ha inciso sugli annunci pubblicitari (i.e. target ads)
  • Il metaverso è in ritardo.

Bier, comunque, non scommetterebbe contro Zuckerberg nel lungo periodo.

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