L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, o più semplicemente AGCM, ha sanzionato Samsung Electronics Italia e Personal Renting per pratiche commerciali scorrette relative al noleggio di smartphone. Le multe inflitte sono di rispettivamente 300.000 euro (ridotti a 150.000 euro tenendo conto del comportamento collaborativo e di altre attenuanti) e 450.000 euro (ridotti a 300.000 per motivi simili a quelli appena citati).

AGCM bacchetta Samsung e Personal Renting per gli smartphone a noleggio

Il noleggio Samsung Smart Rent, lanciato sul sito del produttore diverso tempo fa (e attualmente sospeso), mette in realtà a disposizione un servizio offerto da Personal Renting. Il ruolo di Samsung consiste nella promozione del servizio di noleggio sul proprio sito, ma è Personal Renting ad acquistare i prodotti destinati allo stesso noleggio sulla base di un contratto sottoscritto con la casa sud-coreana.

Le sanzioni sono arrivate dopo un procedimento avviato lo scorso maggio 2021 in seguito a una richiesta da parte di un consumatore: in base a quanto è possibile leggere nel bollettino dell’AGCM, Samsung ha una responsabilità diretta per aver “diffuso, tramite il proprio sito internet, messaggi pubblicitari che promuovono il detto servizio attraverso modalità rassicuranti in ordine alla possibilità di utilizzare gli apparecchi presi a noleggio in modo sereno e disinvolto, in quanto coperti da una polizza assicurativa che copre i casi di danni e furti degli stessi”, omettendo alcune informazioni, come l’applicazione di importanti penali in caso di danni o smarrimenti.

Secondo quanto appurato dall’Autorità, Personal Renting, società interamente controllata da Findomestic e specializzata nel settore, avrebbe applicato penali particolarmente onerose ai consumatori, derivanti da valutazioni esagerate di piccoli danni presenti sui dispositivi restituiti dagli stessi. Il tutto anche a fronte di una copertura assicurativa per danni e furti prevista dal contratto di noleggio.

L’AGCM contesta inoltre a Personal Renting una sottostima del valore dei dispositivi restituiti (valutati da partner commerciali esterni); in base a quanto riportato, la società ha in certi casi applicato una penale prevista per la mancata restituzione dei device anche quando il consumatore aveva in realtà proceduto alla restituzione.

Tutto questo ha portato alle sanzioni citate in alto, mitigate dal comportamento collaborativo, dall’immediata cessazione della condotta e dalle proposte a titolo di impegno. Se volete consultare la delibera completa dell’AGCM potete seguire questo link (da pagina 22 in avanti).

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