Prima dell’avvento degli smartphone il mondo della telefonia non era soggetto a una particolare standardizzazione, come dimostra la questione dei connettori di ricarica. I produttori avevano la tendenza a personalizzare il proprio sistema di ricarica, rendendolo diverso anche all’interno della propria offerta, finendo quindi per mettere in grossa difficoltà gli utenti finali.

Nel 2009 la Commissione Europea è intervenuta creando un patto, basato sull’adesione volontaria, che ha migliorato drasticamente la situazione, passando da trenta diversi connettori di ricarica ai tre attuali. A quanto pare però non basta e c’è la volontà di ridurre ulteriormente i rifiuti elettronici, oltre a rendere ancora più semplice la vita ai consumatori.

In autunno la nuova proposta di legge

Nonostante le forti resistenze da parte di Apple, secondo cui una direttiva volta a unificare il connettore di ricarica andrebbe a frenare l’innovazione, la Commissione Europea è pronta, nel prossimo autunno, a presentare una nuova proposta di legge allo scopo di arrivare al tanto atteso connettore unificato per la ricarica.

Con l’introduzione dello standard USB Type-C le cose sono notevolmente migliorate, tanto che viene utilizzato dalla maggior parte dei produttori sui propri dispositivi, ma c’è ancora una parte di prodotti che utilizza il vecchio microUSB con Apple che insiste sul connettore proprietario per alcuni dei suoi modelli. Va detto che in alcuni casi, come iPad Pro o MacBook Air, la ricarica avviene solo tramite USB-C, contraddicendo in parte le affermazioni del colosso di Cupertino.

Attualmente in Europa vengono importati oltre 500 milioni di caricabatterie e una direttiva potrebbe sensibilmente ridurre questo numero, insieme al numero di caricabatterie che finiscono in discarica. Poter avere un solo caricabatterie in casa sarebbe una manna dal cielo per molti utenti, che potrebbero caricare ogni dispositivo senza cercare particolari cavi o adattatori, riducendo al contempo il costo di acquisto degli smartphone.