Il capo di Instagram, Adam Mosseri, ha inaugurato una serie di post sul blog del suo social parlando di come vengono gestiti i contenuti che visualizzano gli utenti. Questo probabilmente in risposta alle critiche che vedono Instagram reo di “shadowbannare” alcuni profili, nascondendo intenzionalmente i post e le storie ai loro seguaci, senza avvertire chi è coinvolto da questo meccanismo. Ovviamente Instagram cerca di smentire queste voci tramite la sua voce più autorevole ovvero quella di Mosseri.

Instagram gestisce la visione dei post agli utenti in maniera davvero complicata, utilizzando migliaia di “segnali” per determinare cosa mostrare agli utenti nei loro feed. Questi vengono gestiti da diversi algoritmi, classificatori e processi, ognuno col proprio fine. I segnali utilizzati dal social californiano, grosso modo in ordine di importanza, sono questi:

  • Informazioni riguardanti il post: questi sono segnali riguardanti sia quanto è popolare il post sia le informazioni basilari che lo riguardano, ovvero quando è stato pubblicato, quanto è lungo (nel caso di un video) e in quale località è stato registrato (sempre che ne sia stata aggiunta una)
  • Informazioni riguardanti la persona che ha pubblicato il post: questo permette ai sistemi di Instagram di stabilire quanto la persona possa essere interessante per noi e include informazioni riguardanti quante persone hanno interagito con questa nelle ultime settimane.
  • La nostra attività: questo permette di capire al social cosa ci interessa e include ad esempio informazioni riguardanti quanti post hanno ricevuto mi piace da parte nostra.
  • Lo storico delle interazioni con qualcuno: ovviamente la piattaforma cerca di capire grosso modo quanto siamo interessati ai contenuti di una determinata persona. Uno dei metodi per capire questo è sapere se commentiamo o meno i post di questa persona.

instagram reels shop tab

Instagram, analizzati tutti i dati, cercherà di predire in che modo interagiremo con un post, magari commentandolo o lasciando un mi piace. Essenzialmente, come succede anche per altri social, più interazioni, commenti e mi piace lasciamo a un creatore di contenuti e più questo verrà mostrato in alto nel nostro feed.

Mosseri ha anche aggiunto che l’azienda si impegnerà a a spiegare in maniera più semplice e completa quali sono i motivi che portano all’eliminazione di alcuni contenuti e quali altri invece portano alcuni contenuti ad essere più visti. Una delle cose che probabilmente infastidirà i creatori di contenuti su Instagram è sicuramente il venire a conoscenza che dai dati raccolti dalla piattaforma, la maggior parte delle persone presta attenzione a meno della metà del proprio feed.

Riguardo le accuse mosse da molti utenti riguardo lo “shadowban”, Mosseri ha affermato che l’azienda si impegnerà a spiegare meglio il perchè alcuni contenuti vengono rimossi, tramite notifiche in-app, in modo da rendere noto al suo creatore, in tempo reale, cosa sta accadendo a un post. Inoltre il social si impegna a rendere noto il perchè e in che modo alcuni post che vengono cancellati, vanno contro le linee guida della piattaforma.

Una breve spiegazione viene dedicata anche ai contenuti mostrati nel tab “Esplora” e nei Reel, i quali mostrano prevalentemente contenuti di persone che non seguiamo. Questa serie di post sul blog sono partite proprio all’inizio della sua Creator Week, di cui vi avevamo parlato qualche tempo fa.

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