Huawei è di nuovo al centro dell’attenzione, stavolta non solo per il suo cammino verso l’indipendenza dagli Stati Uniti, ma anche per nuove prove di violazione. Partiamo proprio da qui, per poi seguitare a parlare dell’approvazione europea di Huawei ID e di una nuova alternativa al Google Play Store esterna pure da AppGallery.

Le prove degli scambi commerciali di Huawei con l’Iran

Parliamo di un decennio fa, quando nel 2010 Huawei avrebbe intrapreso un accordo commerciale con l’Iran per la vendita di componenti di computer e altri prodotti tecnologici di fattura statunitense.

Questo è quanto emerge da Reuters, che tiene a sottolineare che tale violazione delle sanzioni commerciali statunitensi sarebbe provata dall’emergere di una corrispondenza documentata fra Huawei e Mobile Telecommunication Co. of Iran (MCI) una società iraniana.

Oltre 100 pagine aggiuntive dimostrano gli scambi commerciali fra le due aziende, secondo i colleghi, documenti che potrebbero fungere da prove ulteriori da utilizzarsi contro Huawei per questioni legali, compreso il ban del Governo USA.

Huawei ID riceve l’approvazione europea e cerca alternative in India

Cambio di scena, e la situazione della compagnia cinese è sotto tutt’altra luce perché Huawei ID, la chiave d’accesso ai servizi mobili della società (Huawei Mobile Services), è stata approvata dall’Europa sotto.

Nello specifico il consiglio del vecchio continente ha consegnato il “Sigillo europeo della privacy” a Huawei ID (fornito in Europa da Aspiegel, consociata della società cinese), che indica la conformità del servizio alla linee guida europee sulla protezione e sulla sicurezza dei dati.

Un passo importante per Huawei, e per il proprio processo d’indipendenza dal momento che riguarda l’Europa e l’intero Spazio economico europeo (SEE); passo che trova nell’AppBazaar di IndusOS, un altro tassello, ma per il mercato indiano.

Al riguardo emerge che Huawei avrebbe modo di sottoscrivere un accordo proprio con IndusOS per offrire uno store di app alternativo al Google Play Store come AppBazaar, che dispone di oltre 400 mila app della regione.

Sappiamo che il contratto potrebbe rimanere nel contesto del mercato indiano, ma al momento non c’è altro di chiaro.