Dopo l’inserimento di Huawei nella Entity List da parte del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, le compagnie USA non possono vendere parti o software alla casa cinese senza una particolare licenza, questo lo sappiamo. Ma come si sta evolvendo la situazione con l’avvicinamento alla conclusione del “famoso” periodo di tre mesi?

Con l’inclusione di Huawei nell’Entity List, compagnie come Google, Qualcomm, Intel e Micron hanno dovuto tagliare i ponti con la casa cinese, così come altre importanti aziende con sede altrove, come ad esempio ARM Holdings. Huawei ha speso, solo nel 2018, 11 miliardi di dollari per le forniture negli Stati Uniti e queste entrate non sarebbero state sostituite: per questo Trump ha stabilito il 20 maggio quel periodo di tre mesi di “pausa”, con licenze temporanee per fornire parti e software alla casa cinese.

La fine del trimestre si avvicina, e in base a quanto riporta Bloomberg, il segretario al commercio Wilbur Ross sostiene di non aver ancora preso una decisione sulla concessione di licenze speciali a 50 aziende americane. Il mese scorso, come abbiamo visto, Trump ha provato a gettare un po’ di acqua sul fuoco, ma senza fare grande chiarezza. Più di recente, inoltre, a causa di “divergenze” sull’acquisto di prodotti agricoli, ha annunciato una tassa del 10% che colpirà dal 1 settembre i prodotti importati dalla Cina, che riguarderà circa 300 miliardi di dollari di importazioni.

Tutto questo però va a danneggiare anche le aziende statunitensi, i loro dipendenti e i loro investitori. La notizia del ritardo del rilascio di queste specifiche licenze ha già avuto effetti su alcune società come Micron Technology, produttrice di componenti elettronici (tra cui memorie): il più grande cliente di quest’ultima lo scorso anno è stato Huawei, e le azioni sono calate del 2,6% solo per la notizia dello “stallo”.

Come si evolverà la situazione? Andrà a finire come con ZTE? Certo è che il tira e molla continua, con Trump che blocca e sblocca gli affari di Huawei con le aziende statunitensi un po’ come gli pare, fra affermazioni e conferenze stampa. Continuate a seguirci perché vi terremo aggiornati.