I danni richiesti da Oracle nei confronti di Google per l’infrazione dei brevetti e dei copright riguardanti la JVM sono andati da una non ben definita cifra di “miliardi di dollari“, ad una più definita ma eccessiva cifra di 6,1 miliardi fino a scendere a 2,6 miliardi. Le richieste sono state considerate eccessive dal giudice William Alsup che si occupa del caso, il quale aveva suggerito di abbassare le richieste ad una più modesta cifra di 100 milioni. Dopo incontri incrociati tra rappresentanti delle due compagnie in causa e tempi di riflessione, Oracle ha deciso di abbassare le proprie richieste a soli 2 miliardi. Il giudice è diventato sempre più impaziente nei confronti di entrambe le parti nell’incedere verso l’inizio vero e proprio del processo, pianificato per Ottobre, e non è da escludere che chieda ufficialmente ad Oracle di ridimensionare visibilmente le proprie pretese. La provocazione di Oracle, tuttavia, mostra come la compagnia non abbia timore di provocare un giudice e cerchi di monetizzare il più possibile ogni aspetto. A questo proposito, recente è la notizia dell’abbandono dei sistemi server di fascia mainstream in quanto “poco redditizi”: un fatto che dà idea di quali siano le posizioni dell’azienda e che fa capire come Oracle cerchi solamente e disperatamente il profitto a scapito di qualunque cosa.