Google, da tempo sotto accusa da parte della Commissione Europea di aver violato la libera concorrenza, ha ricevuto un’altra proroga del termine ultimo per presentare le proprie ragioni. La prima posticipazione del limite, che sarebbe dovuto scadere inizialmente il 27 luglio, è stata seguita dunque da una seconda, che ha fissato il 20 settembre come data ultima.

Secondo una fonte interna alla Commissione, però, non ci saranno ulteriori rinvii, quindi Google è avvisata.

Ricapitoliamo velocemente l’intera vicenda. Ad aprile Google era stata accusata dalla Commissione Europea di comportamenti anti concorrenziali (a causa dell’accordo obbligatorio che i produttori di smartphone sono costretti a sottoscrivere per poter installare il Play Store).

La scadenza fissata per rispondere alle accuse era stata fissata al 27 luglio, data poi rimandata al 7 settembre su richiesta del colosso di Mountain View, che però adesso dovrà presentarsi davanti alla Commissione il 20 settembre.

In realtà, BigG aveva già fatto sapere che Android offre comunque ai consumatori e ai produttori ampie scelte di personalizzazione, inclusa la possibilità di installare applicazioni differenti da quelle proposte da Google.

La questione è comunque molto delicata: è vero che Google costringe i produttori a installare il Play Store e alcune applicazioni proprietarie, ma è anche vero che Android, pur essendo open source, è proprietà della stesa Google, che secondo alcuni può farne l’uso che più ritiene opportuno. I sostenitori più accaniti di BigG, provocatoriamente, dicono: “Non volete obblighi da parte di Google? Allora comprate la licenza di iOS”.

Sia come sia, Google rischia una multa parecchio salata: vedremo come si evolverà la situazione.