Google ha formalmente rigettato le accuse della Commissione Europea che ha da tempo messo nel mirino il colosso di Mountain View per alcune pratiche poco chiare. In particolare il commissario Margrethe Vestager accusa Google di impedire una corretta concorrenza grazie all’adozione di alcune strategie che impediscono ai servizi concorrenti di emergere.

Dal canto suo Google afferma che la Commissione Europea ha basato le sue considerazioni su un modello di business in rete che appare ormai superato. Solo una piccola parte degli utenti utilizza un motore di ricerca per i propri acquisti: la maggior parte di essi infatti parte direttamente da Amazon e una consistente fetta si avvale di servizi di comparazione dei prezzi, tagliando fuori il più delle volte Google.

La crescita esponenziale della piattaforma mobile fa sì che molto spesso vengano utilizzate le app dei vari shop online, andando ancora una volta a bypassare i motori di ricerca. Google quindi non starebbe abusando della propria posizione dominante in quanto i reali dominatori del mercato sarebbero altri.

I social network stanno da tempo spingendo per instaurare nuovi canali di comunicazione tra clienti e produttori: non solo Facebook ma anche Instagram, Messenger e molti altri cercano di trarre profitto da questo tipo di servizi. In merito al presunto monopolio di AdSense Google rigetta nuovamente le accuse, affermando di non aver mai modificato le proprie politiche in merito e di aver sempre affrontato una forte competizione sul mercato.

In ogni caso Google ha modificato alcune delle pratiche utilizzate con AdSense nella speranza di soddisfare le richieste della Commissione Europea ed evitare sanzioni che potrebbero superare i 7 miliardi di euro.