Google sta per essere nuovamente colpita da un ciclone giudiziario. Sono ben 50 i Procuratori Generali che stanno portando avanti una investigazione antitrust contro il colosso americano. Dapprima nata per prendere di mira il solo ramo pubblicitario – ancora una volta si fa riferimento all’enorme strapotere della compagnia nel settore della pubblicità e del suo presunto comportamento monopolistico -, sembra che adesso stia velocemente inglobando anche il sistema operativo Android.

Gia lo scorso settembre, nella prime fasi di inizio dell’investigazione antitrust, il Procuratore Generale del Texas Ken Paxton puntava il dito contro il dominio di Google nel mercato pubblicitario online e nell’utilizzo dei dati personali degli utenti che utilizzano i suoi servizi – in questo caso la ricerca Google e il sistema operativo Android.

Se da una parte Google potrebbe presto ritrovarsi con una bella gatta da pelare – non ci dimentichiamo che la Senatrice Elizabeth Warren è fortemente intenzionata a “smembrare” le grandi aziende hi-tech in piccole compagnie a sé stanti -, stessa cosa possiamo dire anche per Huawei e ZTE.

Il prossimo 19 novembre la FCC si esprimerà sulle sul nuovo ban contro le due compagnie cinesi, cosa che viene fortemente auspicata anche dal Procuratore Generale degli Stati Uniti William Barr. In una lettera pubblicata il 13 novembre, Barr sottolinea con estrema fermezza che né Huawei né ZTE meritano la fiducia del governo americano e dei suoi cittadini.

Il Procuratore Generale evidenzia ancora una volta le gravi accuse che pendono contro Meng Wanzhou, Direttore Finanziario di Huawei. Il CFO del colosso cinese è stato accusato di frode bancaria e cospirazione finalizzata alla frode bancaria. Huawei, di suo, non se la passa meglio con accuse che vanno dal riciclaggio di denaro, ostruzione alla giustizia e molto altro.

La somma delle accuse contro Huawei e ZTE portano il Procuratore Generale a dichiarare che entrambe le compagnie sono una minaccia alla sicurezza generale degli Stati Uniti, cosa che avrà certamente ripercussioni a lungo termine anche con il governo cinese e che potrebbe portare ad una definitiva chiusura dei rapporti commerciali fra le aziende americane e le due compagnie cinesi.

A fronte di tutto ciò, appaiono ancora più chiare le parole di Vincent Pang, Vicepresidente Huawei, quando afferma che il blocco USA contro Huawei ha di fatto prosciugato ogni goccia di pazienza della compagnia, oggi più che mai convinta a portare avanti tutti i suoi progetti – vedi HarmonyOS e la creazione di un ecosistema parallelo a quello di Google – per essere sempre meno dipendete dalle aziende americane.