Nelle scorse ore la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annunciato che presto metterà la parola fine alla controversia tra Google e Oracle, battaglia legale iniziata addirittura nel 2010 e che potrebbe avere enormi ripercussioni su Android e sulla legge sul copyright in generale.

Ricordiamo che nel 2010 Oracle ha accusato Google di aver utilizzato circa 11.500 righe di codice Java nel sistema operativo Android, codice che sarebbe protetto da copyright e per il cui utilizzo il colosso di Mountain View rischia di dover pagare un risarcimento per danni che potrebbe ammontare a vari miliardi di dollari.

Secondo la tesi di Google, invece, le 11.500 righe di codice in questione non sono coperte da copyright e sono funzionali, non dando così luogo alla violazione della normativa sul copyright.

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti sarà emessa entro luglio 2020.

E sempre a proposito di Google, stando a quanto riportato da The Wall Street Journal, il colosso di Mountain View potrebbe usare dei metodi che consentono la manipolazione dei risultati su Ricerca Google, dando priorità alle grandi aziende quando si tratta di query commerciali. Il team di Google ha già dichiarato che tale accusa è assolutamente infondata.

Ma ve n’è anche una seconda che riguarda sempre la manipolazione di Ricerca Google: il sistema di compilazione automatica, infatti, sarebbe progettato per evitare intenzionalmente argomenti delicati o controversi, come l’aborto o l’immigrazione.

Anche tale accusa è stata respinta dal colosso di Mountain View ma, per evitare che questo genere di insinuazioni si ripetano in futuro, forse dovrebbe rendere più chiaro il modo in cui funzionano i suoi algoritmi.