Non è solamente Apple ad essere finita nel mirino dell’FBI affinché intervenga in quei casi dove non è possibile accedere ai dati contenuti negli smartphone di persone sospette. Anche Google, seppur in maniera minore, riceve questo tipo di richieste cercando di soddisfarle in quei casi in cui sia effettivamente possibile.

È successo ad esempio che alcuni telefoni non fossero crittografati quindi Google ha potuto fornire il proprio aiuto, cosa però impossibile in quei dispositivi dove era attivo un sistema di sicurezza. Secondo la ACLU (American Civil Liberties Union) sono stati 70 i casi in cui l’FBI ha richiesto lo sblocco di alcuni dispositivi, facendo appello ad una particolare legge, chiamata All Writs Act.

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Si tratta di uno statuto federale degli Stati Uniti che autorizza una corte federale ad emettere tutte le ordinanze ed ingiunzioni necessarie per poter risolvere un caso, restando ovviamente nei limiti previsti dalla legge. Questa procedura è stata utilizzata soprattutto nei confronti di Apple mentre Google è stata interpellata solamente in nove casi.

Non sempre si tratta di richieste di sblocco di terminali protetti, come nel recente caso che ha visto coinvolti Apple ed FBI, ed entrambe le società hanno ottemperato alle disposizioni delle corti federali nei limiti delle loro possibilità. Va segnalato che l’All Writs Act dovrebbe essere utilizzato solamente come misura estrema in casi particolari ed invece l’FBI ha fatto ricorso a questo strumento in tutti e 70 i casi segnalati, sollevando non poche polemiche.

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