Nel corso di una intervista rilasciata ai colleghi di The verge in occasione del recente CES 2019, il responsabile di Android Auto, Patrick Brady, ha illustrato la situazione attuale e il futuro della piattaforma che cambierà molto presto il nostro modo di rapportarci con le auto.

Google ha sviluppato, in collaborazione con alcuni produttori automobilistici, una versione del sistema che non richiede l’utilizzo dello smartphone e che garantisce una profonda integrazione con tutti i sistemi della vettura, per un controllo diverso da quello a cui siamo abituati.

La soluzione attuale, quella che vede il contenuto dello smartphone visualizzato sullo schermo dell’auto, viene definita projected e continuerà ad essere sviluppato e supportato. Si tratta infatti di un sistema molto diffuso che rappresenta un importante fattore di scelta da parte degli utenti.

La nuova piattaforma, che viene definita native Android Auto, vede invece una integrazione profonda con i sistemi dell’auto e sfrutterà i nuovi schermi di grandi dimensioni che sono sempre più diffusi nelle moderne vetture. Google sta portando avanti un completo refresh dell’interfaccia grafica per trarre vantaggio dai nuovi schermi, ma anche per semplificare i controlli e renderli intuitivi e adattabili a ogni soluzione.

L’obiettivo è quello di eliminare i tanti interruttori e comandi meccanici, sostituendoli con controlli touch attivabili anche vocalmente. Immaginate di attivare i tergicristalli con un comando vocale, o di accendere le luci di posizione, attivare l’indicatore di direzione senza staccare le mani dal volante e senza distogliere lo sguardo dalla strada.

Brady afferma che i costruttori avranno ampia libertà di personalizzazione dell’interfaccia e saranno liberi di innovare e proporre nuove soluzioni, senza ovviamente stravolgere il sistema. Sarà possibile installare delle unità after-market per avere Android Auto in modalità nativa anche su auto non predisposte, anche se ovviamente l’integrazione sarà minore.

La piattaforma sarà ovviamente aperta ai servizi di altri competitor, come ad esempio Amazon Alexa: Google non intende portare solo la propria esperienza digitale nelle auto ma l’esperienza degli utenti, che potrebbe essere basata su numerosi servizi di terze parti.

Uno dei punti cruciali della nuova piattaforma sarà rappresentato da un maggiore controllo delle applicazioni disponibili su Play Store for Automotive. È necessario verificare con estrema attenzione che le app non vadano a creare potenziali pericoli e distrazioni per gli automobilisti e che l’esperienza d’uso risulti sempre omogenea.

Molto importante è anche la strategia legata agli aggiornamenti, che aiuteranno a ridurre la frammentazione e che saranno rilasciati via OTA. Google sta lavorando a stretto contatto con i propri partner per rendere il più semplice e veloce possibile l’aggiornamento alle nuove versioni di Android, in modo che un’auto commercializzata con Android P possa rapidamente essere aggiornata ad Android Q o Android R.

Sarà possibile dare un primo sguardo alla nuova piattaforma Android Auto al Google I/O 2019 in programma a maggio mentre l’arrivo sul mercato è previsto per la fine del 2019. Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere la lunga intervista di The Verge, visibile a questo indirizzo.