La disputa legale tra il distributore editoriale americano Barnes & Noble e Microsoft sta assumendo dimensioni sempre maggiori. Già si sapeva che la disputa poteva riguardare tutto il mondo Android e open source in generale, ma l’ufficializzazione del carattere internazionale della questione è stata ufficializzata lo scorso 8 dicembre, quando l’International Trade Commission (ITC) ha garantito il supporto a Barnes & Noble riguardo due richieste di documenti a Nokia e MOSAID.

La richiesta per Nokia è rivolta al Ministero della Giustizia finlandese in base all’articolo 3 della Convenzione dell’Aia per ottenere testimonianza da Stephen Elop, amministratore delegato di Nokia, più altri rappresentanti della compagnia, e copia degli atti firmati tra Nokia, Microsoft e MOSAID.

Sul fronte canadese MOSAID, una corporazione di gestione di proprietà intellettuali, lo scorso primo settembre ricevette ben 2000 brevetti da parte di Nokia, tramite la sussidiaria Core Wireless, al costo di… nulla, perché l’accordo tra le due compagnie era quello di dare alla Nokia i 2/3 dei proventi dalle cause di violazione dei brevetti. L’ITC ha emanato una rogatoria internazionale al Distretto di Columbia per ottenere “evidenza ragionevole necessaria per investigare in pieno l’accusa di Barnes & Noble di abuso di brevetti contro Microsoft”.

Il Canada non è nazione firmataria della Convenzione dell’Aia, mentre lo è la Finlandia che quindi difficilmente potrà rifiutare. E se non rifiuta, da Elop e compagnia potrebbero arrivare informazioni interessantissime che, purtroppo, saranno ritenute per buona parte confidenziali e dunque secretate. Ma la richiesta di informazioni è corposa e molte informazioni potrebbero diventare di dominio pubblico. I punti sono, in breve:

  • le discussioni tra Nokia, Microsoft e MOSAID riguardo i tablet Nook e Nook Color;
  • gli accordi raggiunti con Microsoft nelle date dell’1 febbraio e del 21 aprile 2011;
  • il ruolo di Stephen Elop nello sviluppare una strategia con Microsoft per contrastare Android o altri sistemi operativi open source;
  • le discussioni tra Nokia e Microsoft, ed in particolare quelle tra Stephen Elop e Steve Ballmer, sul portfolio di brevetti delle due compagnie in relazione ad Android;
  • l’impatto di Android sugli affari di Nokia e di Microsoft e la loro strategia di contenzioso sui brevetti;
  • le previsioni di presenza sul mercato e le strategie per l’incremento delle quote nel mondo mobile;
  • la natura degli accordi tra Nokia, Microsoft e MOSAID dell’1 settembre 2011;
  • le strategie di MOSAID relative ai brevetti, in particolare quelli di Core Wireless, e il ruolo di Nokia e Microsoft nelle strategie legali.

Le implicazioni di questo caso potrebbero essere importanti, e l’esistenza stessa di questo contenzioso può risultare sorprendente. Microsoft ha già raggiunto accordi di licenze con importanti protagonisti del mondo mobile, come Samsung e HTC, ed anche con il rivale diretto di Barnes & Noble, Amazon. Forse i legali di Microsoft non si aspettavano una tale reazione da parte di una compagnia importante ma piuttosto piccola se paragonata ad un colosso come Samsung.

Senza ombra di dubbio Microsoft ha un grande influenza sulle decisioni delle altre aziende, e spesso di interi Stati. Forse qualcuno ricorderà, ad esempio, le vicende dell’approvazione del formato Office OpenXML (OOXML) da parte dell’International Standard Organization (ISO), quando per i documenti elettronici esisteva già lo standard OpenDocument. La stessa Finlandia votò a favore di OOXML, ma questa volta la questione riguarda un trattato internazionale e potrebbe essere ben oltre l’influenza di Microsoft.

Tutto questo potrebbe aprire il classico vaso di Pandora delle strategie di Microsoft per continuare ad essere il leader indiscusso del mondo dei sistemi operativi nel medio e nel lungo termine. Mentre la base di Microsoft nel mondo dei PC è solida come sempre e solo appena rosicchiata da una crescente fetta di sistemi Apple, con i sistemi Linux e Chrome a spartirsi le briciole, nel mercato mobile Microsoft non è mai riuscita ad imporsi in maniera consistente. Ed è verso il mondo mobile che si sta muovendo l’informatica del futuro.

Microsoft ha negli ultimi mesi prodotto intensi sforzi per seguire la nuova corrente, ma finora con risultati piuttosto deludenti nonostante Windows Phone 7 sia un sistema operativo apprezzato per molti aspetti. Ed il trend, secondo l’analisi di IDC, non sembra dover cambiare nemmeno col futuro Windows 8, né per il mondo PC (che si troverà ancora benone con Windows 7, rispetto al quale cambierà l’interfaccia e poco altro), né per quello dei tablet, per cui parte in ritardo e forse neppure col supporto alle applicazioni desktop.

Da questa nuova rivoluzione informatica, insomma, Microsoft potrebbe uscirne probabilmente sempre come protagonista, ma non come dominatrice, detenendo un ruolo grandemente ridimensionato. Chiaramente una prospettiva da scongiurare per i vertici, che quindi avrebbero previsto le successive strategie legali con ulteriore fonte di guadagno per Microsoft, trasformando la compagnia da gigante dello sviluppo informatico, a patent bully (ciò che è oggi) e forse in futuro ingrandendo sempre più l’attività di patent trolling.

La compagnia di Redmond, comunque, ha ancora le spalle molto larghe. Situazione molto diversa è per Nokia, i cui affari stanno tracollando ed il futuro è più incerto che mai. Una sconfitta in tribunale potrebbe avere conseguenze importanti per il proprio futuro. A quel punto potrebbe davvero capitare che Microsoft possa acquisire Nokia… insieme al suo consistentissimo portfolio di brevetti della tecnologia mobile. E la storia si ripeterebbe.

Di fronte a tutte queste battaglie legali, i cui risvolti sono sempre tenuti segreti dalle compagnie che si accordano con Microsoft, era naturale chiedersi cosa stesse succedendo, anche se in tanti si erano già fatti un’idea. Per questo, c’è da ringraziare Barnes & Noble per il suo coraggio ad affrontare un colosso tecnologico ed economico. La posizione di Barnes & Noble non è quella di una singola compagnia, ma si fa portavoce di Android e del software open source. Gli conviene, ma c’è da ringraziarli.

[via Groklaw]