Noi di TuttoAndroid non siamo nuovi a confronti del genere, siamo convinti che conoscere la controparte sia fondamentale per effettuare una scelta attenta e oculata. Il seguente confronto tra Android 6.0.1 Marshmallow e iOS 9.2.1 sarà pubblicato anche sul nostro sito gemello TuttoiOS, e non ha l’intento di decretare un vincitore, bensì sottolineare le differenze tra i due sistemi operativi più diffusi sul mercato.

Il confronto è stato eseguito utilizzando un iPhone 6s (qui la recensione) e un LG Nexus 5x (qui la recensione). I due dispositivi appartengono a fasce di mercato leggermente differenti ma è bene sottolineare che non si parlerà di prestazioni legate all’hardware dei due smartphone in questione.

Di seguito il video del confronto pubblicato sul nostro canale YouTube, vi consigliamo però di leggere attentamente l’articolo che analizza la sfida in maniera più approfondita e tecnica.

Video

Interfaccia

Partiamo con l’analizzare l’interfaccia utente. Le due UI sono piuttosto diverse, su iPhone è presente una griglia di icone per le applicazioni 6 x 4 più la dock con le quattro applicazioni principali. Le app possono essere mosse solo in un certo modo, nel senso che potremo andare a spostarle a nostro piacimento ma senza lasciare spazi vuoti. C’è la possibilità di inserire le icone in cartelle che da iOS 8 sono divise anche esse in pagine.

Dalla home principale su iOS facendo uno swype verso sinistra si accede a Proactive di cui parleremo nella sezione “Assistenti”.

Su Android Stock abbiamo il Google Launcher Experience con una griglia di applicazioni di dimensione 5 x 5 più la barra di ricerca Google e la Dock, con la possibilità di inserire Widget direttamente nella home e un app drawer con le applicazioni più utilizzate sulla prima riga e il resto in ordine alfabetico. Anche  sul launcher stock di android dalla Home è possibile accedere alla schermata dedicata all’assistente del robottino verte, questa volta si tratta di Google Now.

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Chiaramente non dobbiamo dimenticare che Android è completamente personalizzabile, potremo andare a installare una serie di launcher alternativi che modificheranno profondamente l’interfaccia utente e i suoi metodi di interazione. Oltretutto le aziende che personalizzano il software a proprio piacimento utilizzano interfacce proprietarie, come la EMUI di Huawei, la Touchwiz di Samsung, la Sense di HTC e così via.

Come ci si muove nell’interfaccia utente? Su iOS il tutto viene gestito attraverso un tasto centrale con il quale si torna sempre alla home o si accede al multitasking. Per tornare indietro nelle applicazioni ci sono i tasti software solitamente posti in alto a sinistra, oppure lo si fa attraverso degli swype.

Su Android sappiamo che ci sono i tre classici tasti app recenti (software o capacitivi), home e indietro e non abbiamo bisogno di altro per muoverci all’interno delle schermate delle diverse applicazioni.

Notifiche

Il centro notifiche è profondamente differente tra i due OS. Su Android abbiamo l’accesso ai toogle rapidi principali, modificabili attraverso un menu presente nelle impostazioni, mentre le notifiche vere e proprie compariranno al di sotto della tendina man mano che arrivano sullo smartphone.

Su iOS sono presenti due pagine, una denominata Oggi dove abbiamo la possibilità di inserire Widget scaricabili dall’App Store, e una scheda Notifiche dove potremo andare a raggruppare le notifiche per data o applicazione. Per i toggle su iOS abbiamo il control center, qui però sono presenti solo 5 funzioni oltre al player e quattro applicazioni rapide.

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All’arrivo di una notifica il vostro dispositivo iOS si accenderà facendo comparire un’anteprima della notifica stessa, con la quale potrete andare ad interagire con swype verso destra o verso sinistra compiendo azioni rapide come ad esempio rispondere a un messaggio su whatsapp direttamente dalla Home.

Anche su Android Stock con i nuovi Nexus il display si accenderà all’arrivo di una notifica o quando prenderete il vostro smartphone in mano, grazie all’ambient display. Dalla lockscreen sarà possibile aprirla senza particolari azioni rapide, che sono presenti però nel centro notifiche per alcune applicazioni. In questo caso è importante sottolineare che i dispositivi non-nexus spesso si affidano a diverse soluzioni come display Always On, Active Display o semplicemente non permettono l’accensione all’arrivo di una notifica.

Su entrambi i sistemi operativi è presente il non disturbare, molto limitato su iPhone in quanto non permette di scegliere quali applicazioni impostare come prioritarie per la ricezione di notifiche, ma solo contatti preferiti che potranno disturbarci per applicazioni o messaggi.

Prestazioni

Per le prestazioni bisognerbbe fare un discorso abbastanza ampio: iOS è un sistema operativo mobile che gira solo su iPhone, per questo motivo Apple riesce ad ottimizzarlo in maniera perfetta per il proprio hardware. Tuttavia anche sui device della mela, dopo circa 2 anni, gli aggiornamenti software iniziano a diventare pesanti rallentando leggermente il dispositivo.

Il sistema operativo di Google gira su una grande quantità di dispositivi e tra l’altro si comporta in maniera differente in base alla personalizzazione delle aziende e all’ottimizzazione software. Far si che un sistema operativo funzioni in maniera perfetta e identica su una moltitudine di configurazioni hardware è pressocchè impossibile. Tendenzialmente, però, i dispositivi con Android Stock e un hardware all’avanguardia sono fluidi quanto un iPhone, con i software personalizzati delle aziende la situazione può essere leggermente più complicata ma negli ultimi anni abbiamo visto notevoli miglioramenti sotto questo punto di vista.

Assistenti

Entrambi i sistemi operativi hanno degli assistenti vocali e non solo, iOS con l’accoppiata Siri/Proactive, Android con Google Now.

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Google Now si è aggiornato con Android 6.0 Marshmallow, riuscendo a darci informazioni contestuali in base alla schermata che stiamo visualizzando grazie alla funzione Now On Tap, la quale però in Italia risulta ancora molto limitata. L’assistente di Google ci da informazioni in tempo reale sul traffico, se siamo a lavoro e sa che dobbiamo tornare a casa ad un certo orario ci dice a che ora conviene partire per arrivare a casa in tempo, ci ricorda dei nostri viaggi aerei semplicemente guardando le email di prenotazione e una serie di informazioni contestuali che sfruttano la localizzazione, come quelle legate ai mezzi pubblici o ai locali nelle nostre vicinanze.

Apple non ha un assistente altrettanto utile e invasivo, con iOS 9 è stato introdotto ProActive che ci mostra le applicazioni nella schermata dedicata in base al GPS e ad un determinato momento della giornata, i contatti, le news e i luoghi che ci piacerebbe visitare se siamo in una particolare zona. Il tutto però generalmente risulta meno efficiente e funzionale della controparte per Android.

Per quanto riguarda gli assistenti vocali, invece, Apple è leggermente avanti. Siri riesce a comprendere molti più comandi, anche se non pronunciati in un modo particolare, c’è da sottolineare però che Google Now nella nostra lingua è abbastanza limitato.

Multitasking

Il Multitasking da un punto di vista grafico è simile, su iPhone abbiamo una visualizzazione a schede navigabile per vie orizzontali, le varie applicazioni sono affiancate una all’altra e leggermente sovrapposte. Su Android, invece, il multitasking si naviga per vie verticali in maniera più veloce sfruttando la sovrapposizione delle schede delle applicazioni.

La questione relativa alla gestione dei task del sistema è abbastanza complicata, c’è un discorso importante da fare: su Android le applicazioni hanno la possibilità di rimanere in esecuzione in background senza particolari limiti, verranno chiuse dopo un certo periodo di inattività in base alla disponibilità della memoria.

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Su iOS non c’è un vero e proprio multitasking per quanto riguarda le applicazioni di terze parti: una volta usciti da un’app essa rimarrà in esecuzione per un certo periodo di tempo, passato il quale lo stato dell’applicazione verrà congelato e ripristinato una volta riaperto quel programma. Cosa vuol dire questo in termini pratici? Per fare un esempio applicazioni come Spotify o Google Foto non potranno effettuare download o upload se l’applicazione non è aperta a schermo sul nostro dispositivo, o verranno chiuse dopo un certo intervallo di tempo se aperte e messe in background.

Alcune app utilizzano uno stratagemma per risolvere questo limite imposto da Apple, come Dropbox che per effettuare l’upload di foto in background utilizza il GPS sempre attivo: nel momento in cui il telefono cambia posizione l’applicazione fa un check delle ultime foto scattate per controllare se ce ne sono di nuove e farne l’upload sul server.

Si tratta di un qualcosa di abbastanza limitate per gli utenti Apple, tuttavia a questo si collega una differente gestione della batteria: iOS grazie a questo modo di gestire i task, a parità di amperaggio della batteria e utilizzo consuma decisamente meno rispetto al concorrente.

Backup

Google con le ultime versioni del suo sistema operativo permette di effettuare backup delle applicazioni e in alcuni casi anche dei dati legati ad esse, in questo caso la funzione  deve essere implementata dallo sviluppatore e purtroppo sul Play Store non sono molte le app che supportano la suddetta funzione.

Su iOS iCloud ha un’integrazione migliore all’interno del sistema: il backup che è possibile effettuare è completo, i dati delle applicazioni verranno salvati sui server di Apple e ripristinati in caso di bisogno.

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Per quanto riguarda le foto entrambi i sistemi operativi hanno la possibilità di effettuare l’upload automatico, Android con Google Foto da agli utenti spazio gratuito illimitato per foto fino a 16MP e video a 1080p, Apple con iCloud non permette l’upload illimitato ma il servizio è integrato in maniera migliore all’interno del sistema: possiamo decidere, infatti, nell’applicazione immagini di conservare sempre tutte le foto a risoluzione completa anche sul dispositivo, oppure solo una versione a risoluzione ridotta e scaricarle poi interamente nel momento in cui le apriamo.

Google Foto è possibile utilizzarlo anche su iOS, usufruendo dello spazio illimitato ma con i limiti dovuti al multitasking del sistema per app di terze parti che abbiamo spiegato nel paragrafo precedente.

A proposito di Backup, una differenza importante tra Android e iOS è legata alla frammentazione e al numero di dispositivi su cui gira l’OS di Google. Quando su Android vengono introdotte nuove possibilità per gli sviluppatori esse vengono adottate con più lentezza rispetto a iOS, un confronto può essere appunto il backup dei dati delle applicazioni su Android con il 3D touch su iPhone, quest’ultimo dopo pochi mesi dall’introduzione della funzione è stato integrato su buona parte delle applicazioni, il backup su Android, invece, è presente su una minima parte delle app del Play Store.

Applicazioni

Ormai le applicazioni multipiattaforma vengono rese disponibili insieme su Android e su iOS. Tendenzialmente sulla piattaforma di google è possibile scaricare un maggior numero di applicazioni gratuite o comunque ad un prezzo inferiore rispetto a quelle presenti su App Store. Da un punto di vista grafico le applicazioni generalmente risultano migliori su iOS, per il semplice motivo che per gli sviluppatori è più semplice sviluppare interfacce per due dimensioni di schermo anziché per un numero indefinito.

Personalizzazione

Ultima analisi relativa alla personalizzazione: su Android è possibile personalizzare l’interfaccia utente scaricando launcher alternativi e tendenzialmente è più semplice cucire il dispositivo sulle proprie preferenze estetiche o di funzionalità rispetto a iOS. Sul sistema di casa Apple la personalizzazione si limita agli sfondi e alla disposizione delle icone in cartelle.

Per lo sblocco del dispositivo e i conseguenti privilegi di amministrazione su iOS c’è il Jailbreak rilasciato ormai sempre con maggiori ritardi dagli hacker, su Android il root permette di avere pieno accesso al device e la procedura cambia da un dispositivo all’altro. Sui nexus il tutto avviene in maniera abbastanza semplice, molte aziende però non riconosceranno il device in garanzia qualora procediate con lo sblocco.

Conclusioni

Così come detto ad inizio articolo il nostro intento non era decretare un vincitore tra i due sistemi operativi, ognuno ha le proprie esigenze e preferenze in merito.

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C’è da sottolineare che chi è utente Apple difficilmente riesce a distaccarsi dall’ecosistema costituito da iPhone, iPad, Mac e Apple Watch, l’azienda con gli anni è riuscita a fidelizzare i clienti dandogli un motivo per acquistare più prodotti con il marchio della mela: le funzioni legate a Handoff permettono di rispondere a chiamate e messaggi dall’iPad o iniziare la scrittura di una mail su iPhone per poi riprenderla su Mac e molto altro.

Google dalla sua parte ha una forte possibilità di personalizzazione, un sistema che permette di gestire i processi in background in maniera decisamente più efficiente e la possibilità di scegliere tra device completamente diversi tra loro sotto molti punti di vista.

Speriamo che siate arrivati fin qui con l’idea che siamo di fronte a due ottimi OS, ognuno con i propri punti di forza e punti deboli, l’utente finale ha il compito di scegliere ma utilizzando uno di questi due sistemi è impossibile non apprezzare i loro punti di forza.