Le ultime notizie riguardo i futuri tablet di Amazon sono provenienti non solo da una persona che ha potuto ricevere informazioni da fonti sicure, ma anche da una persona che ha toccato con mano ciò che il gigante dell’e-commerce sta preparando. E ciò che ha visto non è un tablet Android, ma un tablet Amazon. Scordatevi di vedere Android come l’abbiamo finora conosciuto sui tablet di Amazon, perchè non ci sarà. Non vedremo le classiche versioni finora conosciute – Eclair, Froyo, Gingerbread… – perchè Amazon ha a tutti gli effetti creato un fork di Android a suo personale uso e consumo. Probabilmente Amazon ha utilizzato una versione di Android precedente a Froyo, anche se ciò in fin dei conti non è importante: anche se Amazon utilizzasse Ice Cream Sandwich, l’utente non se ne accorgerebbe. L’interfaccia utente è stata modificata per rispecchiare il nome del dispositivo – Amazon Kindle – ed è tutta in blu, nero ed arancione. La schermata principale assomiglia un po’ alla visualizzazione “cover flow” dei prodotti Apple e del progetto elementary e mostra tutti i contenuti presenti sul dispositivo, compresi applicazioni, libri, film, ecc. Nella parte inferiore è presente una dock, che scompare quando il tablet è orizzontale, dove è possibile aggiungere i contenuti preferiti dall’utente. Sopra la dock è presente la barra di stato contenente l’ora, lo stato della batteria e le notifiche (aggiornamenti, nuovi elementi da visualizzare, e così via). La barra superiore mostra la scritta “Kindle di IL-TUO-NOME” e il numero di notifiche non ancora visualizzate in arancione. Non ci sono tasti fisici, perchè un singolo tocco sullo schermo richiama un menù grazie al quale è possibile muoversi attraverso le schermate.

Ciò che però è più importante è che non è possibile trovare in nessun luogo alcun collegamento con Google. Non ci sono le applicazioni, non c’è il Market, nulla ricollega questo sistema operativo ad Android. Invece, sono presenti tutte le applicazioni Amazon: è presente Amazon Appstore per le applicazioni, Amazon Cloud Player per la musica, Amazon Instant Video per la riproduzione di film, e ovviamente Amazon Kindle per leggere libri. Il sistema operativo è Amazon-centrico, con un vago sentore cupertiniano. Ed è proprio questo il punto: Amazon sta per certi versi imitando la rivale Apple.

Alla base della rivoluzione di Android è ciò che sia Amazon sia Apple hanno capito: alla maggioranza delle persone – almeno quelle senza una passione per l’informatica e per ciò che è nerd – non interessa se sul proprio smartphone è presente Donut, Froyo o Honeycomb, ma interessa che il sistema funzioni e che si possano installare le applicazioni che si desidera. Per questo motivo Amazon propone a coloro che acquisteranno il suo tablet un’interfaccia utente semplice ed intuitiva che proponga loro i contenuti del dispositivo in maniera chiara e “a prova di idiota”. Altresì, ciò che interessa all’utente non è accedere all’Android Market o all’Apple App Store: ciò che interessa è accedere alle applicazioni – ed infatti Amazon ha aperto il suo Appstore anticipando il rilascio del suo dispositivo e cominciando ad accumulare un discreto parco applicazioni, così da poter presentare agli utenti del tablet uno store già ricco. La grande integrazione con i servizi, il prezzo di 250 dollari e l’offerta con cui viene venduto il Kindle (un anno di spedizioni gratuite da Amazon) rendono il tablet appetibile non solo per coloro che abitualmente utilizzano i servizi della società, ma anche per tutti coloro i quali desiderano un tablet ma non possono permettersi l’acquisto di un Motorola XOOM o di un Samsung Galaxy Tab 10.1. Il prezzo scelto da Amazon è esattamente la metà di un iPad 2, e la scelta non è casuale: il tablet di Apple è il più venduto al momento, e Amazon punta a giocare sullo stesso terreno su cui ha giocato Apple per far sì che le vendite di iPad scendano drasticamente. Grazie ad una grandissima diffusione su territorio americano e grazie alla capacità di far valere i propri prodotti, Amazon potrebbe ottenere un successo che nessun tablet Android ha finora ottenuto: alcuni analisti parlano addirittura di 5 milioni di tablet venduti prima della fine del 2011.

Per il 2012 è previsto un secondo tablet – il famoso “Hollywood” da 10 pollici – che, se mantiene le stesse premesse del primo, dovrebbe poter efficacemente replicare un successo già annunciato. Ciò che Amazon ha, a differenza di tante altre compagnie, è la capacità di sfruttare correttamente il marketing e l’azione virale di Internet. La grande notorietà acquisita nel tempo permette di poter facilmente diffondere le notizie e, soprattutto, di farle diffondere dagli utenti soddisfatti.

Bisogna dire, però, che “non tutto è oro quel che luccica”: nei mesi passati sono stati numerosi i casi di sviluppatori che si sono lamentati per il comportamento di Amazon nel gestire le applicazioni sul suo store. Amazon infatti decide arbitrariamente quale sarà l’applicazione gratuita del giorno, andando spesso ad inficiare sui guadagni dello sviluppatore che si vede sottrarre potenzialmente centinaia (se non migliaia) di dollari di guadagno. Se è vero che la maggioranza dei download di un’applicazione gratuita sono effettuati proprio per la gratuità della stessa, è vero che anche che chi è realmente interessato ad un’applicazione è disposto a pagare – ed una volta che ha scaricato gratuitamente l’oggetto del suo interesse, automaticamente si estromette dal gruppo degli utenti paganti. Un altro aspetto che Amazon deve tener presente è che è necessario rispettare il prezzo deciso dallo sviluppatore: la brutta tendenza dell’Appstore è di abbassare il prezzo dei programmi se questi non vengono acquistati sufficientemente di frequente – senza consultare chi li pubblica!

Non esistono solamente gli utenti, poiché una piattaforma senza sviluppatori è una piattaforma morta. Tuttavia, Amazon ha tutte le carte che le permettono di proporre un’alternativa seria, equilibrata e vincente sul mercato senza pagare dazio a concorrenti ben più anziani di lei nel mondo mobile. La commercializzazione dovrebbe iniziare a fine Novembre – giusto in tempo per le vacanze invernali dove, è risaputo, gli oggetti tecnologici vanno a ruba. Che sia il caso di assegnare già ora un punto ad Amazon?

[Via TechCrunch.com]