Come alcuni di voi avranno notato, i recenti aggiornamenti ad Android 4.4 KitKat stanno portando alcuni problemi nella gestione delle schede SD esterne. Purtroppo non si tratta di problemi isolati, ma di modifiche apportate da Google ad Android. A partire da Android 4.4, le applicazioni non possono più scrivere sulle schede SD, ma solo in specifiche cartelle.

Non solo problemi di sicurezza

Il problema nasce, in realtà, come soluzione ad una possibile falla nella sicurezza. Se qualunque applicazione con i giusti permessi può scrivere su tutte le cartelle della SD, dove altre applicazioni salvano dati ed impostazioni, è facile capire come un malintenzionato potrebbe – ad esempio – sostituire alcuni file di configurazione per compiere azioni potenzialmente malevole. La soluzione consiste nel rendere possibile alle applicazioni di scrivere solo nelle loro cartelle o nelle cartelle di cui hanno i permessi.

I fantasmi del passato tornano a colpire

Tutto ciò nasce dal file system impiegato per le schede SD: FAT. Si tratta di un file system reso noto da Microsoft all’inizio degli ani ’90 che ha molte limitazioni, la principale delle quali sta nell’impossibilità di dare permessi specifici per ogni file e cartella. Qualunque applicazione ha quindi accesso a tutte le parti del file system, senza limiti. Questo può causare potenzialmente problemi di sicurezza.

Il punto è che FAT è pressoché universale: tutte le versioni di Windows sono compatibili, così come MacOS X e buona parte delle varie versioni di Linux, FreeBSD, OpenBSD, Haiku e così via. Dovunque si colleghi una memoria con FAT, questa viene letta. Le memorie interne di buona parte dei dispositivi portatili in commercio sono formattate in FAT: fotocamere, navigatori, lettori musicali…

La scelta di FAT è un compresso tra la compatibilità e la funzionalità: d’altronde che senso avrebbe utilizzare un file system compatibile con pochissimi sistemi su un dispositivo (una scheda microSD) che deve essere utilizzabile ovunque?

È proprio questo il motivo che ha portato a scegliere FAT anziché EXT, impiegato invece per le memorie interne dei dispositivi da Android 4.0 in poi. L’adozione del protocollo MTP per il collegamento con i computer è stata dettata proprio dal passaggio al nuovo file system, che è incompatibile con pressoché tutte le piattaforme escluso Linux.

Se fosse possibile adottare un altro file system che supporti i permessi e sia compatibile con la maggioranza dei sistemi operativi in circolazione, non ci sarebbero problemi. Purtroppo, però, questo non è possibile e bisogna convivere con questa limitazione.

Soluzioni

Partiamo dal presupposto che non esistono soluzioni definitive. In ogni caso non sarà possibile avere indietro la funzionalità, a meno di non cambiare totalmente la ROM installata con una che abbia modificato il comportamento del sistema operativo.

Aggiornare o non aggiornare? Questo è il problema

La seconda alternativa è non aggiornare a KitKat. Si tratta certamente di una non-soluzione, di un aggiramento del problema, ma non esistono ulteriori mezzi per ovviare al problema.

Parlando della sola possibilità di spostare i file con file manager e altre applicazioni, la soluzione sta nei permessi di root. Chiunque abbia ottenuto i permessi di root, infatti, può accedere senza limitazioni a qualunque cartella sul proprio dispositivo.

Un’opzione per chi possiede un dispositivo con permessi di root è anche provare l’applicazione SDFix recentemente rilasciata da uno sviluppatore di XDA. Questa applicazione risolve il problema modificando il file di sistema che regola i permessi delle applicazioni. Potete trovare tutte le informazioni seguendo questo link.

 

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