Se il 2017 è stato l’anno del rilancio per Xiaomi, che ha superato i 70 milioni di smartphone spediti, il 2018 dovrebbe essere l’anno del consolidamento, grazie all’espansione in Europa, al mantenimento della propria posizione in India e all’apertura al mercato USA, che potrebbe avvenire già entro la fine dell’anno.

La compagnia cinese avrebbe già intavolato le prime trattative con gli operatori telefonici statunitensi, nonostante non sia propriamente il periodo migliore per farlo. Dopo il ban di ZTE e l’invito del governo americano a non comprare prodotti Huawei, a causa dei presunti rapporti tra le due compagnie e il governo cinese, la situazione è decisamente delicata.

Xiaomi sembra essere riuscita a crearsi la giusta immagine e sarebbe intenzionata a raccogliere i fondi da destinare all’espansione nei mercati internazionali attraverso una quotazione in borsa. Secondo le prime stime saranno raccolti dai 65 ai 70 miliardi di dollari attraverso una offerta pubblica iniziale (IPO) che porterà la compagnia di Lei Jun a essere quotata al NYSE (New York Stock Exchange).

L’intera catena di fornitori di Xiaomi è già in fermento, in previsione dell’incremento delle vendite, che secondo le previsioni dovrebbero aggiungere i 100 milioni di smartphone. Tra questi troviamo Foxconn, Inventex, Largan Precision e TSMC, che dovrebbe realizzare il prossimo top di gamma di Qualcomm, la Mobile Platform Snapdragon 855, la prima basata sul processo produttivo FinFET a 7 nanometri.