Xiaomi ha pubblicato i risultati fiscali relativi al secondo trimestre del 2018, i primi dalla quotazione in borsa avvenuta a luglio a Hong Kong. Nonostante il prezzo delle azioni sia calato, dopo una IPO che ha fruttato 4,7 miliardi di dollari, i risultati sono stati promettenti.

Il fatturato è cresciuto del 68% arrivando a 45,2 miliardi di yuan, circa 5,7 miliardi di euro, con un profitto netto di 14,6 miliardi di yuan, circa 1,8 miliardi di euro. Va però segnalata la perdita operativa complessiva pari a 7,6 miliardi di yuan, circa 960 milioni di euro, dovuti agli elevati costi amministrativi per la collocazione in borsa.

I risultati hanno comunque portato a un incremento celle quotazioni di Xiaomi, anche se non compensano le perdite iniziali. Ammontano invece a 32 milioni gli smartphone spediti nel periodo in esame, un incremento del 44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, incidendo per il 67% sul fatturato complessivo. Cresce anche il margine sulle vendite dei dispositivi hardware, che passa dal 6,7% al’8,7%.

Oltre un terzo del fatturato proviene dai mercati stranieri, con l’India a farla da padrone, mentre le vendite di prodotti intelligenti, smart TV e smartband su tutti, garantiscono a Xiaomi un fatturato superiore a 1,3 miliardi di euro.