Negli ultimi tempi sta rimbalzando in rete un falso mito secondo cui, digitando un semplice codice tramite l’app Telefono del proprio smartphone, l’utente può scoprire se la sua utenza è spiata o intercettata da terzi.

Proviamo quindi a sfatare questo mito, molto diffuso sulle piattaforme social tra Shorts e Reel, e a scoprire cosa succede realmente se digitiamo questo codice. Piccolo spoiler: no, non vi dice se vi stanno spiando o intercettando.

Il falso mito del “codice” anti-intercettazioni

Come anticipato in apertura, secondo un falso mito, digitando un codice tramite il tastierino numerico sull’app Telefono di uno smartphone ed effettuando un tap sul tasto per far partire la chiamata, l’utente verrebbe a scoprire se qualcuno lo stia spiando o intercettando.

Il codice in questione è *#21# (uno dei cosiddetti codici MMI) e no, non vi permette di scoprire se siete vittime di spionaggio o intercettazioni; in relazione a queste due azioni è utile quanto l’attacco Splash di Magikarp, uno dei Pokémon della prima serie.

Magikarp Splash

Cosa succede realmente digitando il codice sullo smartphone?

Scopriamo, invece, quale sia lo scopo reale che si raggiunge digitando questo codice.

Eseguendo il processo descritto poco sopra (per i più pigri “digitare il codice *#21# tramite il tastierino numerico sull’app Telefono di uno smartphone ed effettuare un tap sul tasto per far partire la chiamata”), lo smartphone vi avviserà di avere avviato il codice MMI in questione.

Dopo pochi istanti, verrà mostrata una finestra pop-up proveniente dal vostro operatore (nel nostro caso da Fastweb) che vi informa dell’attivazione, o meno, della deviazione delle chiamate.

Schermata di verifica dell'attivazione della deviazione delle chiamate

Nello specifico, in questo caso, Fastweb ci informa che per le chiamate “Voce”, “Dati“ e “Fax” lo smartphone non effettua l’inoltro diretto delle chiamate ad altri numeri. Niente riferimenti a intercettazioni o cose del genere.

Il comportamento legato all’esecuzione di tale codice, nel caso in cui abbiate uno smartphone diverso o una SIM di un altro operatore, sarà pressoché identico; in generale, questo procedimento di verifica dello stato (attivo o meno) del trasferimento di chiamata (o di SMS in alcuni casi) dal vostro numero ad un altro numero è gratuito.

Cosa fare se la deviazione delle chiamate è attiva?

Niente panico nel caso in cui abbiate scoperto che sul vostro numero sia attiva la deviazione delle chiamate verso un altro numero: esiste, infatti, un codice che vi permette di disattivarle completamente.

Sebbene anche in questo caso non sia corretto parlare di “intercettazioni” quanto, al massimo, di dirottamento delle chiamate, il procedimento da seguire per disabilitare qualsivoglia deviazione delle chiamate è analogo a quello descritto in precedenza ma cambia il codice da digitare sul tastierino numerico, che in questo caso è ##002#.

Schermata che informa di avere eliminato tutte le deviazioni delle chiamate

In questo caso, come potete vedere dalla precedente immagine, il messaggio dell’operatore vi informa che sono state eliminate tutte le (eventuali) deviazioni delle chiamate precedentemente attive.

Solo le forze dell’ordine potrebbero “intercettare” le vostre chiamate

In aggiunta a questi chiarimenti è bene sottolineare un’altra cosa: sulla carta, le intercettazioni telefoniche possono essere effettuate esclusivamente dalle forze dell’ordine. Nel caso in cui il vostro smartphone fosse sfortunatamente sotto controllo, il codice *#21# non potrebbe dunque aiutarvi in alcun modo.

Chiunque abbia messo in giro questa storia (e, di rimando, coloro che continuano ad alimentarne la diffusione), aveva l’unico obiettivo di strappare qualche visualizzazione e qualche like sfruttando la più classica delle piaghe che portano alla disinformazione: il terrorismo psicologico.

Il consiglio che possiamo comunque darvi, qualora vi imbattiate in storie del genere (apparentemente piuttosto credibili), è molto semplice: prima di credere ciecamente a tutto, è bene informarsi; una semplice ricerca su Google, attingendo da fonti attendibili (e anche là si potrebbe andare a scoperchiare un vaso di Pandora), potrebbe risparmiarvi ulteriori (e non troppo utili) preoccupazioni.

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