La fusione tra Wind e Tre potrebbe avere dei pesanti riscontri negativi sul personale delle due aziende in quanto sono previsti dei tagli fino a 1.500 posti di lavoro.

L’unione dei due operatori ha, tra gli obiettivi, quello di ridefinire gli investimenti con il fine di ottimizzare la struttura aziendale. Tra le risorse necessarie per gestire un’organizzazione aziendale troviamo il capitale umano, il quale risulta essere uno dei fattori fondamentali per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Con la ridefinizione della struttura, risulta imprescindibile modificare anche l’organizzazione delle risorse umane, le quali, per essere ottimizzate, dovranno sicuramente essere ridefinite. Secondo alcune stime i tagli del personale potrebbero interessare fino a 1.500 dipendenti, corrispondenti a circa il 16% della forza lavoro delle due aziende.

La riduzione del personale dovrebbe prendere avvio a partire dalla metà del 2017 con una serie di esuberi volontari, incentivati con delle somme corrispondenti fino a quattro annualità di stipendio, per le quali è stato stanziato un budget di circa 500 milioni di Euro. Se gli obiettivi di ridefinizione dell’organizzazione del personale non dovessero essere raggiunti, verranno effettuati dei licenziamenti.

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