Negli ultimi giorni le portabilità in uscita da Vodafone, in special modo verso TIM, Kena Mobile e ho. Mobile, si sono fatte insolitamente complesse. Alcuni lettori, magari, hanno vissuto l’esperienza in prima persona imparando a proprie spese che la strada in uscita da Vodafone è decisamente trafficata.

In alcuni casi le pratiche sono state scartate per waiting list, a causa, cioè, del numero di pratiche in gestione che supera il limite giornaliero. Se succede questo, la richiesta viene esaminata nuovamente il giorno successivo, spostando di conseguenza in avanti anche il giorno previsto per il completamento dell’iter.

In questa situazione di stallo gioca un ruolo fondamentale la delibera dell’AGCOM che mette a disposizione degli operatori una precisa capacità di evasione giornaliera delle pratiche di portabilità del numero. Ecco cosa spiegano a riguardo i colleghi di MondoMobileWeb:

Secondo la delibera ciascun operatore mobile all’atto dell’avvio della propria attività assicura una capacità giornaliera, in qualità di donating. Ogni singolo operatore adegua la propria capacità giornaliera anche in funzione delle richieste di mercato. Ciascun operatore comunica all’AGCOM, entro il giorno 10 di ciascun mese, il numero medio giornaliero di richieste di portabilità, ricevute nei due mesi precedenti.

Nel caso in cui tale numero medio giornaliero superi un valore corrispondente all’80%, arrotondato al centinaio superiore, della capacità giornaliera messa a disposizione, entro il giorno 10 del mese solare successivo alla relativa comunicazione all’AGCOM l’operatore donante interessato è tenuto ad incrementare la propria capacità giornaliera minima di 3000 unità nel caso degli operatori mobili di rete (Tim, Vodafone Italia, Wind Tre, Iliad) e di 1000 unità nel caso degli operatori virtuali.

Chi ha avuto questo problema, dovrà aspettare qualche giorno in più prima di cambiare operatore ma potrà richiedere dopo la portabilità un indenizzo per ogni giorno lavorativo di ritardo. L’indennizzo, che dovrà essere richiesto direttamente all’operatore ricevente, prevede un minimo di 2,50 euro e fino ad un massimo di 50 euro.

Non è dovuto per ritardi non superiori a due giorni lavorativi (sono esclusi sabato, domenica e festivi) e tiene conto di tutti i giorni di ritardo compresi i primi due. Il consumatore potrà richiede l’indennizzo con modalità semplici e non onerose; è escluso in ogni caso l’obbligo per il consumatore di dover ricorrere a modalità quali lettere raccomandate o chiamate a numeri a sovrapprezzo o, comunque, a sistemi onerosi in termini di costi e di tempo.

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