Recensione Ulefone Power Armour 19T – Negli ultimi tempi i produttori di rugged phone stanno portando un sacco di novità in un segmento del mercato che per parecchio tempo è stato avaro di innovazione. Nelle ultime due settimane ho avuto modo di provare Ulefone Power Armour 19T, un rugged phone decisamente interessante, soprattutto per quanto riguarda il comparto fotografico.

Insieme allo smartphone ho ricevuto anche quattro accessori, due dei quali sono decisamente interessanti, sia nella vita di tutti i giorni sia in ambito professionale. Oggi dunque, dopo averlo testato per bene, è venuto il momento di parlarvene in maniera dettagliata e di scoprire perché è uno dei rugged phone più particolari che mi sia mai capitato di testare.

Una scheda tecnica niente male

Per anni i rugged phone sono stati dei dispositivi dalle prestazioni scadenti, con schede tecniche di bassa qualità, ma sembra che finalmente le cose siano cambiate. I produttori hanno iniziato da qualche tempo a sfornare prodotti con schede tecniche di buon livello, sia per quanto riguarda le prestazioni sia per la componentistica e la connettività.

Ulefone Power Armour 9T ad esempio è un dispositivo decisamente completo dal punto di vista tecnico, a partire dallo schermo. È stato scelto un pannello IPS LCD da 6,58 pollici di diagonale, con risoluzione FullHD+ (1-9- x 24-8 pixel) ma soprattutto con una frequenza di aggiornamento a 120 Hz. Il software si occupa di regolare in maniera dinamica la frequenza ma l’utente ha la possibilità, attraverso il pannello delle impostazioni, di scegliere manualmente la frequenza di refresh. In questo modo è possibile regolare i consumi o privilegiare le prestazioni, a seconda delle proprie necessità. Lo schermo è protetto da un Corning Gorilla Glass 5 per ridurre i rischi di rottura in caso di caduta accidentale.

Il cuore di questo smartphone è un chipset MediaTek Helio G99, con CPU octa core a 2.2 GHz affiancato da 12 GB di RAM e 256 GB di memoria interna. La prima può essere aumentata utilizzando la memoria virtuale che permette di aggiungere fino a 5 GB utilizzando la memoria interna, la seconda invece può essere ulteriormente espansa utilizzando microSD dalla capacità massima di 2 TB.

Questo significa che le prestazioni sono di ottimo livello in ogni situazione. Ho provato a giocare, anche con titoli particolarmente complessi, e i risultati sono sempre stati più che soddisfacenti, senza rallentamenti che potessero compromettere l’esperienza d’uso. Decisamente soddisfacente quindi l’esperienza d’uso, peccato solo che Ulefone abbia scelto di montare Android 12 invece del più recente Android 13.

L’interfaccia è molto simile a quella stock, con icone personalizzate, la schermata di informazioni del telefono diversa da quella standard e qualche applicazione a far compagnia a quelle di Google. Abbiamo un gestore di sistema, con alcune utility per tenere in ordine lo smartphone, la cassetta degli attrezzi utile soprattutto in campo edilizio (livella, goniometro, fonometro e altro), un’applicazione per note e promemoria decisamente spartana e poco altro.

Nel complesso l’esperienza software non è male, il bloatware è poco ma purtroppo non può essere rimosso, anche se non rappresenta un problema per lo spazio di archiviazione. Buona la vibrazione, decisamente superiore alla media rispetto ad altri dispositivi simili, anche se non raggiunge il livello dei migliori top di gamma.

Di qualità anche la connettività, nella quale spicca solo l’assenza del supporto alle reti 5G, carenza legata al chipset prescelto che però non pregiudica le prestazioni complessive. È presente il supporto alle reti a 5 GHz, decisamente stabile anche lontano dal router, che mi ha permesso di scaricare rapidamente grosse quantità di dati senza alcun problema.

Anche il Bluetooth 5.2 si è rivelato molto stabile, soprattutto all’interno della mia abitazione dove ci sono parecchie stanze. Ho provato a collegare cuffie e speaker, ma anche uno smartwatch, senza disconnessioni inattese e con un segnale di qualità anche a più di 10 metri di distanza dalla sorgente. Rapido anche il sistema di posizionamento, che può contare sul supporto ai principali sistemi satellitari come GPS, GLONASS, Beidou e Galileo. Il segnale viene trovato molto rapidamente e tenuto anche in situazioni limite, come nei boschi o con il cielo molto coperto.

Completano la dotazione un lettore di impronte digitali posizionato sul tasto di accensione/sblocco, veloce e preciso, che può essere utilizzato in alternativa allo sblocco col volto, efficace e rapido ma meno sicuro in quanto utilizza un sistema bidimensionale. Non manca il supporto NFC, che mi ha consentito di lasciare a casa contanti e carte di credito e di pagare in diversi negozi senza incontrare alcun tipo di problema.

Autonomia ed ergonomia

Dovrei parlarvi del comparto fotografico, ma il discorso è decisamente lungo e articolato, per cui preferisco parlarvi della batteria e dell’ergonomia, due fattori che in questo tipo di prodotti vanno sempre a braccetto. Ulefone Power Armour 19T può contare su una batteria da ben 9600 mAh, davvero consistente e in grado di assicurare un’autonomia elevata.

In queste settimane ho decisamente stressato lo smartphone, con giochi, video, musica, sia sotto copertura WiFi che cellulare, usandolo anche per trasmettere in streaming su un video proiettore. Non sono mai riuscito a scaricare completamente la batteria in un solo giorno, anche impegnandomi e lasciando andare video per interi pomeriggi, e nel peggiore dei casi la batteria si è scaricata dopo un paio di giorni.

Con un uso più normale invece, seppur abbastanza intenso, ho sempre raggiunto i tre giorni, arrivando anche a quattro nei weekend, quando il mio utilizzo è decisamente meno intenso. Una simile batteria non poteva che avere un impatto decisamente importante sulle dimensioni dello smartphone, che ovviamente ne risente per quanto riguarda spessore e peso.

Sulle dimensioni incidono sicuramente le protezioni contro cadute, sporco e immersioni, che sono comunque servite a garantire a Power Armour 19T le certificazioni IP68, IP69K e MIL-STD-810H. Sul frame laterale sono presenti due inserti metallici (vi parlerò tra poco di quello sul lato sinistro) ma per la maggior parte lo smartphone è ricoperto da una plastica morbida che ha numerosi pregi. Non trattiene le impronte, permette di avere un ottimo grip e non si rovina facilmente, anche con diverse cadute non ci sono segni visibili. Sulla cover posteriore e sugli inserti metallici sono poi presenti delle viti Torx che conferiscono un aspetto molto particolare e hi-tech allo smartphone.

Su entrambi i lati poi sono presenti un paio di piccoli rialzi in gomma, così da poter utilizzare lo smartphone come livella senza che i vari pulsanti vadano a interferire in alcun modo. Riprendendo una scelta tipica in questo genere di smartphone, sul lato sinistro è presente un pulsante metallico zigrinato il cui funzionamento può essere personalizzato.

Per il resto lo smartphone misura 175,2 x 83,4 millimetri e 18,8 millimetri di spessore, con il peso che si attesta a ben 409 grammi. Decisamente ingombrante e pesante da tenere in tasca, soprattutto nei mesi estivi in cui non si indossa una giacca che renderebbe più semplice il trasporto. Il peso e le dimensioni rendono difficile l’uso con una sola mano, anche a volersi impegnare dopo qualche minuto ci si stanca per cui l’uso con entrambe le mani è quasi obbligatorio.

Mi ha impressionato in maniera positiva la ricarica rapida di cui è dotato questo Ulefone: quella cablata arriva a 66 watt, per fare il pieno alla batteria in un’ora e mezza circa. Più lenta (15 watt) ma decisamente apprezzata, la ricarica wireless per quelle occasioni in cui non c’è particolare urgenza. Il connettore USB Type-C è protetto da un classico sportellino in gomma molto solido, mentre il carrellino delle SIM si può estrarre anche con l’unghia ed è protetto con una guarnizione in gomma di qualità. Nella parte superiore è inoltre presente la presa da 3,5 millimetri per le cuffie, protetta anche in questo caso da uno sportellino in gomma.

Sul lato sinistro infine è ben visibile una serie di contatti, che lascia pensare alla possibilità di espandere in qualche modo le funzioni dello smartphone, ed è qui che inizia la parte divertente, legata a doppio filo al comparto fotografico.

Prima di arrivare al pezzo forte vorrei segnalarvi la disponibilità di alcuni accessori che possono essere acquistati separatamente e che Ulefone mi ha inviato per la valutazione completa del prodotto. Di die più specifici vi parlo tra poco, mentre ho trovato molto interessanti gli altri due.

Il primo è un case in plastica rigida che fornisce una ulteriore protezione per lo smartphone, rendendolo virtualmente indistruttibile, andando a proteggere maggiormente gli angoli e il comparto fotografico. A questa cover è possibile agganciare un moschettone, per fissare lo smartphone a uno zaino, soluzione ideale per gli amanti delle escursioni o delle attività all’aria aperta, o una clip per fissare lo smartphone ai pantaloni, una soluzione comoda per chi utilizza questo smartphone per lavoro e ha bisogno di avere lo smartphone sempre a portata di mano.

Il secondo è un supporto con ventosa che può essere utilizzato per l’auto ma anche per la scrivania o superfici lisce. È dotato di un braccio con inclinazione e lunghezza regolabile, per avere sempre lo smartphone in una posizione ben visibile durante la guida o al lavoro, senza intralciare con le normali operazioni. Richiede l’utilizzo della cover aggiuntiva visto che si fissa allo smartphone con il sistema a baionetta presente sul retro della cover aggiuntiva.

Fotografia creativa

Il comparto fotografico di Ulefone Power Armour 19T non può essere definito in altro modo se non creativo. Negli ultimi mesi i produttori di rugged phone hanno cercato dei metodi per rendere ancora più interessanti e utili, anche per scopi professionali, le proprie creazioni. Ho personalmente provato smartphone con sensori termici, per vedere le fonti di calore nelle foto, sensori notturni per scattare foto anche nel buio più assoluto, e sensori di grandi dimensioni per foto di qualità superiore alla media.

Per questo Power Armour 19T porta la fotografia su un altro livello grazie a due sensori presenti direttamente sullo smartphone e a due accessori che il brand mi ha inviato, insieme ai due di cui vi ho parlato in precedenza. Andiamo dunque con ordine, partendo dal sensore FLIR presente sullo smartphone e dedicato alla fotografia termica.

Ulefone ha utilizzato un sensore FLIR Lepton 3.5 con una risoluzione di 160 x 120 pixel, assistito da un sensore ausiliario da 5 megapixel che permette di visualizzare in trasparenza gli oggetti e le persone. Il sensore opera in un range compreso tra -10 e + 400 gradi centigradi, permettendo di vedere oggetti invisibili a occhio nudo, anche al buio, mettendo in evidenza le differenze di temperatura.

Per scattare foto con questo sensore è presente l’apposita app MyFLIR che consente di scattare foto o registrare video, ance in modalità time lapse. L’app è ricca di funzioni utili per avere una scala delle temperature visualizzate ma anche per ottenere una misurazione della temperatura in una determinata area inquadrata, così da contestualizzare le differenze evidenziate. È possibile scegliere tra varie modalità di colorazione per una maggiore semplicità d’uso e nella parte alta della schermata sono presenti numerosi tool, tra cui trucchi e consigli per imparare a sfruttare al meglio il sensore.

Grazie a questo sensore potrete liberare lo spirito di esplorazione scoprendo la vita notturna nei boschi, senza farvi vedere, ma anche trovare eventuali dispersioni termiche in casa, elementi che emettono troppo calore e che potrebbero quindi essere fonte di pericoli e molto altro.

Ulefone Power Armour 19T è anche in grado di scattare ottime foto grazie a un “normale” sensore da 108 megapixel, assistito da un flash LED particolarmente efficiente, grazie ai suoi 6 elementi in grado di funzionare anche come torcia, ottima soluzione quindi per chi lavora in ambienti scuri o vuole scattare foto in aree poco illuminate.

Mancano sensori aggiuntivi, niente macro, zoom ottico o ultra grandangolari, ma non se ne sente troppo il bisogno. Lo zoom digitale si comporta in maniera discreta fino al 3x, permettendo di mantenere un buon numero di dettagli prima di impastarli troppo. Per quanto riguarda le macro è comunque possibile arrivare fino a 5-6 centimetri dal soggetto riuscendo comunque a mettere a fuoco in maniera adeguata.

Ho trovato le foto scattate con Power Armour 19T molto buone di giorno, sia con molta luce sia negli interni o nelle giornate piovose, mentre quando cala la sera ho riscontrato qualche problema di messa a fuoco e riproduzione corretta dei colori, in particolare in presenza delle luci dei lampioni che mandano in confusione il sistema di bilanciamento del bianco Anche nelle giornate troppo soleggiate il bilanciamento è difficoltoso e c’è la tendenza a bruciare alcuni dettagli. Niente di troppo grave comunque, con qualche accorgimento è comunque possibile portare a casa buoni scatti, anche senza dover ricorrere alla modalità che sfrutta interamente i 108 megapixel.

Veniamo ora alla parte più divertente del comparto fotografico, legata anche ai due accessori esterni, un endoscopio a doppia telecamera e un microscopio digitale. Il collegamento di entrambi avviene tramite il connettore posto sul lato sinistro dello smartphone. Nelle rispettive confezioni è presente un cacciavite Torx per rimuovere una vite, lasciando quindi lo spazio per fissare quella presente sul connettore degli accessori.

L’endoscopio è molto utile per ispezionare piccoli anfratti, scarichi dell’acqua (devono essere abbastanza grandi visto che il cavo non è particolarmente flessibile), ma anche per guardare dietro a un mobile senza spostarlo, in una stanza passando sotto la porta o dal buco della serratura, solo per fare alcuni esempi.

Si rivela dunque molto utile per tantissimi professionisti, da quelli che operano nel campo dell’edilizia ai meccanici, ma i campi di impiego sono davvero tantissimi, anche nella vita di tutti i giorni. Personalmente l’ho utilizzata per ispezionare il sottotetto e alcune pareti coperte da mobili, ma anche per cercare piccoli oggetti finiti dietro alla TV o sotto al frigorifero.

Peccato solo che la limitata flessibilità renda difficile l’utilizzo dell’endoscopio nei tubi più piccoli, sarebbe utile per lo scarico del lavandino o della doccia, quando si intasano. Con un filo più rigido però è più semplice raggiungere piccole nicchie, magari nel sottotetto o in cantina, quindi il compromesso scelto da Ulefone è sicuramente accettabile.

Il secondo accessorio invece fa il paio con l’ultimo sensore presente sullo smartphone, quello per la fotografia microscopica. Non si tratta di un vero e proprio microscopio, ovviamente non potrete vedere i batteri che vi camminano sulle mani, ma potrete vedere microscopiche gocce di sudore, pelucchi, polvere e tante altre cose, anche dopo esservi lavati accuratamente le mani.

Lo zoom dell’accessorio esterno può andare da 50X a 1000X, utilizzando un cursore posto sulla telecamerina esterna, e grazie a un secondo controller è possibile aumentare o diminuire l’illuminazione. Personalmente ho visto utilizzare questa soluzione anche da una parrucchiera, per conoscere lo stato di salute del cuoio capelluto, ma anche in questo caso le applicazioni possono essere molteplici.

È possibile utilizzarlo per controllare la presenza di micro crepe sulle saldature di componenti elettronici, ad esempio, o difetti impercettibili su piccoli elementi. Per i più piccoli può rappresentare l’occasione per scoprire come sono fatti alcuni oggetti di uso comune (l’intreccio dei tessuti, la pelle ecc.). Entrambi gli accessori utilizzano un’apposita app fotocamera, che si avvia di default quando viene collegato alla porta laterale.

Lo stesso tipo di sensore è presente, come dicevo, anche sul retro dello smartphone, con un flash anulare per illuminare al meglio la scena da ingrandire. Basta aprire l’app Fotocamera, selezionare la funzione microscopio e appoggiare il telefono sulla superficie da guardare. In questo caso è possibile scegliere tra 30 e 60 ingrandimenti e la messa a fuoco è manuale visto che di fatto si regola allontanando o avvicinando lo smartphone dall’oggetto inquadrato.

Non si tratta di una novità assoluta ma è sicuramente una funzione che potrà rivelarsi molto utile in tantissimi campi, soprattutto acquistando l’accessorio esterno che offre una maggiore facilità d’uso.

In conclusione

Cosa dire in conclusione di questo Ulefone Power Armour 19T? Un rugged phone decisamente poliedrico, utilissimo per numerosi impieghi professionali e non, che grazie a una serie di accessori può diventare ancora più evoluto. Ma già la dotazione interna lo rende particolarmente prestante, con un prezzo tutto sommato in linea con il mercato e con pe performance offerte.

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