Solo tre giorni fa Synaptics annunciava il primo lettore di impronte digitali integrato nel display, affermando di aver iniziato la produzione di massa in collaborazione con uno dei primi 5 produttori mondiali. Inizialmente i sospetti puntavano su Samsung ma l’analista Patrick Moorhead ha svelato oggi con un post su Forbes il nome del produttore interessato.

Si tratta di Vivo, produttore semi sconosciuto in Occidente ma capace di vendere decine di milioni di smartphone in Cina. Moorhead ha potuto provare un modello di pre-produzione, raccontando la sua esperienza, molto positiva. Il lettore si è rivelato veloce e molto pratico da utilizzare anche se l’esemplare provato richiedeva la pressione del tasto di accensione sblocco per poter accendere il display e leggere l’impronta.

Il sensore comunque sembra affidabile con le dita bagnate o sporche, calde o fredde e darà sicuramente fastidio alle tecnologie di riconoscimento tridimensionale del volto, più costose a causa del maggior numero di sensori da utilizzare. Inoltre la soluzione di Synaptics, che debutterà il prossimo anno su un non meglio precisato smartphone Vivo, permetterà di realizzare smartphone Full Screen, senza antiestetiche interruzioni del display.

Nel frattempo anche l’Egitto ha il suo primo smartphone, prodotto nella valle di Assiut, la Silicon Valley egiziana situata nella parte meridionale della regione. Lo smartphone, chiamato Nile X, è prodotto dalla compagnia SICO, ovviamente con l’aiuto di un partner cinese.

Il 55% di Nile X è assemblato in Egitto, mentre tutto il resto viene prodotto in Cina, da un partner il cui nome non è stato reso noto. Lo smartphone dispone di uno schermo da 5,7 pollici, processore octa core di Qualcomm, 4+64 GB di memoria, fotocamera posteriore da 13 megapixel e Android 7.12 Nougat. Il prezzo di vendita è di 2.000 sterline egiziane, circa 95 euro al cambio attuale.