Un utente di Reddit ha postato sul social network tutta la procedura che gli ha consentito di creare una falsa impronta digitale in grado di sbloccare praticamente senza problemi i sensori ultrasonici di Samsung Galaxy S10 e Galaxy S10 Plus. Per farlo ha innanzitutto scattato una foto ad un’impronta che ha lasciato su un bicchiere di vetro; dopodiché l’ha importata su Photoshop e ne ha aumentato il contrasto col fine di creare una alpha mask. Ha poi importato la maschera in 3ds Max, programma con cui è riuscito a crearne una versione tridimensionale, modificando “a sentimento” l’altezza dei vertici della maschera. Al terzo tentativo l’utente ha indovinato il giusto dislocamento dei vertici e la terza stampa in 3D è infatti risultata quella vincente.

Dopo soli 13 minuti, l’impronta stampata era pronta per l’utilizzo e come si può vedere dal seguente video i risultati sono piuttosto sorprendenti, dato che l’impronta sembra funzionare bene quanto il polpastrello in carne ed ossa.

L’utente nel suo post ha voluto mettere in guardia i lettori dei pericoli che un procedimento del genere comporta per la sicurezza degli utenti. Secondo lui infatti, basterebbe una semplice fotocamera DSLR con un buon teleobiettivo per fare una foto all’impronta del malcapitato, che magari si trova a sorseggiare un bicchiere di vino in un bar: lo scatto può essere poi facilmente inviato alla stampante da remoto, il ladro potrebbe poi procedere a rubare lo smartphone e nel giro di poco tempo potrebbe già ritornare alla stampante, pronto ad integrare l’impronta velocemente stampata in un paio di guanti con cui potrà poi compiere qualsiasi crimine con lo smartphone in questione.

La sicurezza che i lettori di impronte digitali ultrasonici promettono è quindi minata dall’accoppiata di una semplice fotocamera e di una stampante 3D: secondo voi questa scoperta potrebbe frenare l’adozione di questa nuova tecnologia?