Con il lancio di Huawei P20 e Huawei P20 Pro, il colosso cinese sembra aver fatto centro: in parte per il design coraggiosamente ispirato a quello di iPhone X, in parte grazie alle soluzioni tecniche impressionanti che sono state integrate sul flagship, i nuovi prodotti sono da due giorni i protagonisti indiscussi sull’informazione tech.

Abbiamo già avuto modo di consocere più da vicino Huawei P20 e P20 Pro nelle nostre video anteprime, oggi però vogliamo scavare un po’ di più, proponendovi alcune considerazioni e un test più approfondito del completissimo comparto fotografico.

Negli ultimi due giorni abbiamo provato intensamente Huawei P20 Pro, cominciando ad apprezzarne i tanti pregi e anche a scorgerne qualche primo difetto o compromesso.
Siccome si trova già in vendita a partire da 899 Euro, alcuni di voi ci hanno contattato per chiedere un parere più completo e qualche impressione che potesse almeno dare una prima idea sul suo funzionamento, perciò eccoci con un video focus sulla nostra esperienza di utilizzo di questi primi due giorni.

Huawei P20 Pro dopo 48 ore: tutto fumo o c’è di più?

Comparto fotografico e foto

Sicuramente la caratteristica chiave di Huawei P20 Pro è il suo comparto fotografico, composto da ben 3 fotocamere così organizzate:

  • 40 MP 1/1.7″  RGB con obiettivo standard F/1.8 EIS
  • 20 MP B&W con obiettivo standard F/1.6 EIS
  • 8 MP RGB con obiettivo tele 3X F/2.4 OIS + EIS

Paradossalmente quello che colpisce maggiormente non è il grande sensore 1/1,7 pollici da 40 MP con matrice quad bayer, ma è la stabilizzazione digitale che fa uso di IA per prevedere i movimenti e stabilizzare l’immagine: è impressionante.

Grazie alla stabilizzazione P20 Pro consente di scattare foto notturne con lunga esposizione a mano libera fino a 8 secondi, una modalità che non lascia scampo ai competitor e gli permette di piazzarsi agevolmente al primo posto tra gli smartphone per la qualità delle foto con poca luce.

Anche di giorno le foto vengono bene ma lo stacco quasi impercettibile rispetto al nostro riferimento Samsung Galaxy S9 Plus, un piccolo vantaggio arriva ancora una volta dall’intelligenza artificiale che riconoscendo la scena inquadrata permette di ottenere il massimo dall’hardware, specificatamente per il tipo di foto che stiamo scattando.
Un chiaro esempio arriva dai panorami, su cui vengono spinti la saturazione e i contrasti per rendere l’immagine più vivida.

Buone anche le foto con il teleobiettivo, giustamente stabilizzato per evitare il fastidioso micromosso e efficace anche quando non c’è molta luce.

I selfie sono di buon livello, vengono scattati addirittura a 24 MP ma l’alta risoluzione non è apparentemente accompagnata da una altrettanto elevata qualità dell’immagine, siamo più o meno sui livelli del predecessore Mate 10 Pro.

Una nota stonata è sicuramente l’intuitività e la praticità di tutto il sistema di gestione software.
E’ un po’ complicato capire cosa stia facendo il telefono, tra riconoscimento della scena, selezione della risoluzione, zoom, bianco e nero e scatti notturni c’è molta confusione tra le operazioni che vengono svolte automaticamente e quelle affidate alla scelta dell’utente.

Nei prossimi giorni continueremo a provare Huawei P20 Pro e Huawei P20, in vista della recensione vi invitiamo a lasciare nei commenti eventuali richieste o curiosità che vorreste venissero considerate.

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