Un fatto quantomeno curioso creato dalla causa intentata da Apple contro Samsung è che l’unica a guadagnare da questo è stata proprio l’azienda koreana. Anche se l’affermazione può sembrare assurda, visto che il Galaxy Tab 10.1 non è finora stato messo in commercio in Australia causando a Samsung notevoli perdite, in realtà è sufficiente osservare la pubblicità che Samsung ha inserito nel giornale locale The Sun-Herald: la vicenda giudiziaria è stata seguita da tutti i maggiori quotidiani australiani, dando una certa eco ad un fatto che, di per sè, non è così insolito. Forse il fatto che si trattasse proprio di due delle compagnie più attive nel mercato hi-tech ha fatto sì che la vicenda sia diventata parecchio famosa, ma probabilmente è il solo fatto che Apple abbia cercato di fermare un prodotto ad aver fornito un’enorme cassa di risonanza al fatto – tanto da far dichiarare al dirigente di Samsung Australia che è merito dell’azienda di Cupertino se “Galaxy Tab” è diventato un “nome familiare”. Tlyer McGee, vice presidente del ramo telecomunicazioni presso la compagnia koreana nella terra dei canguri, ha dichiarato al Sydney Morning Herald che Samsung non ha intenzione di dichiarare quanto ha perso a causa della mozione cautelare temporanea richiesta da Apple, ma sicuramente l’azienda deve parte della sua fortuna alla pubblicità che inavvertitamente Apple le ha fatto: “Alla fine, è certamente l’attenzione dei media che ha fatto del Galaxy Tab 10.1 un nome familiare se comparato a quanto avremmo probabilmente ottenuto basandoci sugli investimenti per il marketing”.

McGee ha dichiarato che Samsung sta cercando di importare quanti più tablet possibile in Australia a causa della fortissima richiesta da parte degli utenti, tanto da avere “le scorte esaurite per l’eccessiva domanda”. Sembra che la mossa di Apple, nel tentativo di fermare un concorrente, si sia ritorta contro lei stessa e l’abbia danneggiata più di quanto si sarebbe aspettata: che sia un precedente da cui l’azienda di Cupertino può imparare, finalmente, che il mercato è l’unico che deve decidere quali prodotti siano meritevoli?