L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sanziona Samsung Italia per “pratica commerciale ingannevole ed aggressiva“, accusandola di arrecare danni al consumatore, con una multa da più di 3 milioni di euro. Per un’Azienda come Samsung non si tratterà certo di cifre esorbitanti, ma vale comunque la pena capire dove la compagnia avrebbe agito in modo ingannevole.

Secondo l’Antitrust, queste pratiche di marketing ingannevoli da parte di Samsung sono da ricercarsi in alcune pubblicità di recenti promozioni e nella raccolta dati dei propri clienti. Il procedimento era stato concluso a gennaio, anche grazie all’intervento di Federconsumatori Palermo e Unione Nazionale Consumatori, incentrandosi su queste due pratiche.

Con la prima pratica, riguardante le operazioni promozionali scorrette, l’Antitrust ha individuato alcuni elementi di frode nei confronti del consumatore. In particolare, da alcune promozioni “non risultava evidente che, l’ottenimento del premio o del rimborso/sconto promesso non era immediatamente collegato all’acquisto del prodotto, come indicato nelle pubblicità“. Inoltre “le procedure adottate erano tali da ostacolare i consumatori nella richiesta e nell’ottenimento del premio/vantaggio promesso“, scoraggiando così l’utente finale a continuare nella richiesta del premio in questione.

Una seconda pratica invece, riguarda la raccolta dei dati personali dei propri clienti per finalità di marketing che Samsung ha effettuato fino allo scorso 15 agosto 2016. L’acquirente, dopo aver acquistato il prodotto, non poteva che accettare di fornire i propri dati personali a Samsung per poter accedere alla richiesta del premio promessogli registrandosi sulla piattaforma Samsung people. L’Antitrust ha affermato che Samsung non è stata chiara nell’indicare l’utilizzo dei dati raccolti, ai quali non ci si poteva opporre in alcun modo.

Samsung ha naturalmente contestato queste accuse e sta valutando se ricorrere al Tar per fare ricorso contro il provvedimento. L’Azienda coreana ha assicurato “di essersi sempre adoperata per una gestione corretta ed efficiente delle proprie iniziative promozionali, al fine di tutelare i propri consumatori”.

Nel frattempo la sanzione amministrativa dovuta alla prima pratica è di 2,125 milioni, mentre per la seconda si parla di 975mila euro, per un totale superiore ai 3 milioni di euro. Il Codacons non è d’accordo con il provvedimento, ritenendo che “una sanzione da 3 milioni di euro rappresenta, per un colosso come Samsung, poco più che un solletico“.