Samsung ha da poco fatto registrare il marchio Infinity-V: potrebbe essere questo il nome identificativo della tecnologia utilizzata per i display dei prossimi smartphone di punta della famiglia Galaxy S10.

Lo scorso 26 ottobre infatti il gigante sudcoreano ha presentato al Korean Intellectual Property Office (KIPO) la richiesta di registrazione del marchio “Samsung Infinity-V“. La richiesta di Samsung Electronics è stata inserita nella “classification 09”, che si riferisce a “smartphones and displays for smartphones”. Resta ora da capire se questo nuovo display Infinity-V debutterà a bordo di Galaxy S10 e Galaxy S10+ o se invece sarà una prerogativa dello smartphone pieghevole Galaxy F.

Il nome “Infinity Display” era stato utilizzato per la prima volta da Samsung lo scorso anno con i modelli della serie Galaxy S8, per essere poi riproposto e declinato in maniera simile anche quest’anno con i modelli Galaxy S9.

Com’è ormai noto, Samsung ha intenzione di introdurre un importante rinnovamento in termini di design con Galaxy S10. A quanto pare, tutti i sensori, inclusa la fotocamera, dovrebbero essere integrati sotto al display, in questo modo le cornici potranno essere ulteriormente ridotte, rendendo possibile la creazione di uno smartphone veramente full screen. Galaxy S10 dovrebbe essere anche il primo smartphone di Samsung con un sensore di impronte digitali sotto al display. Un cambiamento di questo tipo rappresenterebbe un’autentica svolta per Samsung e per l’intero settore mobile.

Samsung Galaxy S10, nelle sue varie declinazioni, verrà svelato ufficialmente nel Q1 2019. Fino a quel momento emergeranno sicuramente maggiori dettagli a proposito di questo nuovo display Infinity-V. Come detto, infatti, questa tecnologia potrebbe benissimo non avere nulla a che fare con Galaxy S10 ed essere piuttosto implementata nell’atteso smartphone pieghevole, quel Galaxy F (o Galaxy X) che il produttore coreano potrebbe mostrare per la prima volta tra pochi giorni nel corso della Samsung Developers Conference di Mosca. La “V”, in sostanza, potrebbe essere evocativa della forma del device.

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