Tra tutte le mirabolanti, mozzafiato ed incredibili caratteristiche che il Galaxy S III avrebbe dovuto avere si vociferava sulla possibilità che Samsung avesse creato un datacenter in cui migliaia di server si sarebbero occupati di tenere al sicuro i nostri in dati in quella che era stata battezzata “S-Cloud“. Tale servizio sarebbe entrato in piena rotta di collisione con iCloud di Apple, pur offrendo più libertà dal punto di vista dei contenuti caricabili e maggiore spazio di archiviazione. Un approccio che l’avrebbe potuta rendere vincente e che e avrebbe fornito una alternativa completa alla concorrenza di Apple e di HTC (che, lo ricordiamo, offre 25GB di spazio su Dropbox per due anni). Tutte queste macchinazioni si sono poi rivelate, quasi a sorpresa, false.

Perchè “quasi a sorpresa”? Perchè Samsung ci ha abituato a mosse di questo tipo negli anni precedenti e, quindi, era lecito aspettarsi una mossa su questo piano. Effettivamente la mossa c’è stata, ma non è stata nei termini in cui era stata prevista: la società koreana ha infatti siglato un accordo con Dropbox per fornire ben 50GB di spazio sul noto servizio di archiviazione in cloud. Anche se il servizio non è esclusivo Samsung e si appoggia ad una realtà terza che offre i propri servizi anche alla concorrenza, sicuramente la società koreana è stata in grado di fare una buona mossa nello scegliere Dropbox: si tratta infatti di un servizio già ampiamente “rodato” e sperimentato da milioni di persone, si integra con quasi tutti i dispositivi esistenti (Windows, Linux, Mac, Android, iOS…) e dà una libertà probabilmente maggiore rispetto ad un servizio realizzato dalla stessa Samsung.

La possibilità di integrare i dati presenti sullo smartphone con quelli presenti su PC, tablet e desktop con un servizio “neutro” rende possibile la condivisione di file anche con piattaforme differenti rispetto a quelle offerte e supportate da Samsung e, per questo, forse è stata effettivamente migliore l’adozione di Dropbox. È semplice immaginare uno scenario in cui Samsung fornisce supporto solo a certe piattaforme e lascia gli utenti che adottano piattaforme differenti nelle proverbiali “braghe di tela”. L’esempio più lampante è Linux, per cui non esiste nemmeno una versione di Kies. Dropbox dà una maggiore libertà sia per la piattaforma adottata dall’utenza sia per l’utilizzo effettivo del servizio, che può essere sfruttato anche indipendentemente dal Galaxy S III con PC e tablet.

La “S-Cloud” è effettivamente arrivata ed è reale, anche se è differente rispetto a quella prospettata: può un account Dropbox “maggiorato” e fornito da Samsung essere definito “S-Cloud”? Se vogliamo proseguire l’eterna rivalità tra Samsung ed Apple anche su questo piano, allora potremmo dire di sì e porre il servizio sullo stesso piano di iCloud; altrimenti possiamo semplicemente considerare il servizio offerto da Samsung come un buon servizio e sperare che un account Dropbox da 10GB venga garantito anche ai possessori di dispositivi della linea GALAXY delle passate generazioni. Già solo garantendo tale servizio a possessori di Galaxy S, Galaxy S II e Galaxy Tab (nelle varie declinazioni) si farebbero felici più di 50 milioni di persone. Utopia, senza dubbio, ma speriamo che la “S-Cloud” si allarghi a tutti per superare davvero (per una volta!) Apple.