Xiaomi ha scosso il mercato con il lancio del suo ultimo top di gamma, il Mi 9. Già con lo Xiaomi Mi 8che abbiamo riprovato qualche giorno fa – l’azienda cinese aveva fatto un ottimo lavoro, con un dispositivo che si mantiene validissimo tutt’oggi, ma con l’ultimo arrivato il livello è aumentato ancora di più. Xiaomi ha puntato ancora su un design semplice ma piacevole, ma ha aggiunto alcune chicche che potrebbero fare la differenza come una tripla fotocamera e la ricarica wireless.

Videorecensione

Unboxing e primo contatto

Xiaomi Mi 9 arriva in una bella scatola dal colore cangiante e con una dotazione niente male. Il colore della scatola richiama il gioco di riflessi dell’anello attorno alla fotocamera ed è un piccolo dettaglio che mi è piaciuto. In dotazione troviamo:

  • cover in silicone
  • caricatore 12V/1.5A
  • adattatore usb-c/jack audio
  • cavo usb/usb-c

Appena preso in mano, Xiaomi Mi 9 sembra un lingottino. Molto lucido e scivoloso ma allo stesso tempo prezioso, il consiglio è quello di usarlo fin da subito con la cover in dotazione altrimenti potrebbe cadere molto facilmente.

Si nota immediatamente il modulo fotografico protuberante, e non di poco: anche con la cover la fotocamera sarà sporgente e sarà sempre a rischio graffi. Con la cover si evita però che si sbilanci troppo se lo si usa su una superficie piana, mentre “nudo e crudo” ballerà un bel po’.

Scompare il sensore d’impronte fisico, il retro diventa più pulito ma comunque non troppo ricercato. In termini di design non lo definirei bello visto che manca un po’ di personalità nelle linee, ma la colorazione molto lucida e non troppo scura lo rende diverso dalla massa.

La costruzione è impeccabile, i materiali sono ottimi: Xiaomi ha fatto un ottimo lavoro e si sente che questo dispositivo è un vero top di gamma per l’azienda. Il vetro sul retro è stondato e si fonde bene con il frame in metallo lucido. Peccato non sia certificato come impermeabile.

Discorso diverso per le dimensioni: sono giusto nel mezzo, non è una padella, non è compatto. Io preferisco dispositivi ancora più piccoli, ma siamo in pieno standard rispetto alle attuali tendenze.

Display

Il display di Xiaomi Mi 9 è sicuramente un punto di forza: si tratta di un AMOLED da 6.39″ con risoluzione FHD+ (2340×1080) HDR10, contrasto 60000:1 e protetto da un Corning Gorilla Glass 6.

Anche se qualche top di gamma si è spinto oltre questa risoluzione (vedi gli ultimi Galaxy S10), non c’è stata occasione in cui abbia sentito il bisogno di avere qualche pixel in più. Semplicemente è un ottimo display in praticamente ogni ambito, dietro solo agli ultimi Dynamic AMOLED di Samsung che hanno segnato un nuovo livello di eccellenza.

Neri assoluti, ottimo contrasto, colori vibranti ma non falsi: c’è tutto quello che serve per avere un ottimo display. L’unico aspetto non all’altezza del pannello è il sensore di luminosità: se la luminosità massima è elevata e la minima è molto bassa (perfetto al buio totale, magari di notte a letto), non posso ritenermi soddisfatto della gestione automatica con mezze luci.

In interno, di notte, il sensore semplicemente fa un po’ come gli pare: a volte spara la luminosità più del dovuto, a volte invece la tiene troppo bassa. Per quanto mi è parso di capire, è fin troppo sensibile alle fonti di luce, quindi se ci giriamo in modo che la luce di un lampadario sia in in direzione del sensore allora la luminosità si alzerà di molto, ben oltre il necessario, ma poi basterà girarsi un minimo per farla calare più del dovuto, nonostante la quantità di luce all’interno della stanza non cambi. Probabilmente si tratta di un difetto di gioventù che potrà essere sistemato in futuro con degli aggiornamenti software.

Il mento inferiore si è ridotto drasticamente ed anche il notch è cambiato, ora è molto più piccolo con questo design a goccia, perde un po’ di sensori per lo sblocco 3D ma il face unlock resta disponibile ma in modalità 2D, meno sicura ma sempre veloce (no, non si sblocca con una foto, almeno nel mio caso): tutti questi cambiamenti rendono il display più “immersivo”.

Hardware

Leggendo la scheda tecnica di questo Xiaomi Mi 9 non si può che restare stupiti positivamente: fa il suo esordio il nuovo processore Qualcomm Snapdragon 855 realizzato a 7 nm, che si dimostra un mostro di potenza ma stupisce soprattutto per quanto riguarda i consumi (di cui parleremo più avanti).

Il modello in test è quello nella sua configurazione base con 6 GB di RAM e 64 GB di memoria interna (assente lo slot microSD), ma le configurazioni arrivano fino ad 8 GB di RAM e 128 GB di memoria interna.

La scheda tecnica poi si completa con GPU Adreno 640, possibilità dual-SIM, LTE Gigabit, Wi-Fi ac Dual Band, Bluetooth 5.0, NFC, GPS dual-band, ricarica veloce via USB-C da 27W ed anche ricarica wireless veloce da 20W.

Chicca che mancava sul Mi 8 e che mi fa piacere ritrovare sul nuovo modello è il sensore ad infrarossi per controllare i vari dispositivi di casa, come TV e condizionatori. Una di quelle comodità a cui non puoi più rinunciare una volta provate.

C’è anche un minuscolo LED di notifica sulla parte superiore al display, un po’ sulla destra: funziona in ricarica ed alla ricezione di notifiche, ma si nota davvero solo di notte. Di giorno è praticamente invisibile.

Novità importante è quella che riguarda il sensore di impronte digitali: dal sensore fisico classico posizionato sul retro si passa ad un sensore sotto al display. Si perde qualcosa in termini di velocità e precisione, ma si ha una tecnologia più moderna e sicuramente più “cool”. Un po’ più difficile centrare la zona di pressione, anche se basterà toccare il display o sollevarle lo smartphone per far comparire l’icona dell’impronta digitale da cliccare. Direi che si sblocca senza problemi 7 volte su 10, non perfetto come il sensore “classico”, ma comunque una soluzione soddisfacente vista la nuova tecnologia.

Manca ahimé il 5G, quindi in questo senso nasce con una “scadenza programmata”, ma non dovrebbe essere un problema concreto ancora per qualche anno. Inoltre la USB-C è solo 2.0, quindi più lenta e non permette l’uscita video.

Deludente la parte audio: niente jack audio e speaker mono con volume soddisfacente ma qualità sotto la media.

Batteria

Ammetto che Xiaomi mi ha spaventato con un inspiegabile taglio sulla dimensione della batteria: si passa dai 3400mAh del Mi 8 ai 3300mAh del Mi 9, ma clamorosamente l’autonomia è aumentata.

Non so se merito di una maggiore ottimizzazione o di uno Snapdragon 855 più parco nei consumi, ma sicuramente utilizzare il tema nero aiuta tantissimo.

Infatti con il tema chiaro si arriva a coprire la giornata con un 20% di batteria residua, con un massimo di 5 ore e mezza di schermo acceso prima che si spegnesse. Tutto cambia con il tema scuro che mi permette di guadagnare circa il 25% di autonomia, con 7h di schermo acceso e concludendo la giornata con il 40% di autonomia.

Ricapitolando: autonomia buona ma non eccellente col tema chiaro, sorprendente con il tema scuro.

Ottimi poi i tempi di ricarica con caricatori molto potenti, in circa 1 ore e 15 minuti da 0 a 100% (supporta max 27W) e in circa 2 ore con il mio caricatore wireless più veloce (supporta 20W, il mio è da 10W). Peccato che il caricatore in dotazione non sia così rapido.

Software

Xiaomi Mi 9 arriva con la MIUI 10.2 con Android Pie e patch di sicurezza aggiornate a febbraio 2019, quindi decisamente al passo con i tempi.

La prima cosa che mi viene in mente però è che si tratta di un software ancora acerbo in certi ambiti: l’ho notato subito nelle storie di Instagram, che sembrano non comunicare bene con la fotocamere e risultano scattose e piene di lag.

Usandolo poi si notano tanti aspetti migliorabili, come la fotocamera, le notifiche che non rimangono visibili nella barra superiore (magari comprensibile col poco spazio a disposizione del Mi 8, inspiegabile con il Mi 9) o alcuni errori grafici e notifiche poco leggibili con la modalità scura attivata.

Parlando di tema scuro, è una novità gradita di questo Mi 9 che permette sia un nuovo stile grafico sia un ulteriore risparmio energetico, sfruttando a pieno le caratteristiche del pannello AMOLED.

Le gestures a tutto schermo per sfruttare l’intera superficie del display sono spesso comode, mentre altre volte si scontrano un po’ con la tastiera a scorrimento o con i menù laterali.

C’è inoltre un nuovo pulsante sul lato sinistro del dispositivo, chiamato tasto AI nelle impostazioni, utilizzabile con un singolo click per richiamare Google Assistant (il cui richiamo immediato si andava a perdere con le gestures a schermo intero), e che è personalizzabile a piacimento per doppio click e pressione prolungata. Visto che con un doppio click sul tasto di accensione si accede alla fotocamera, ho assegnato al tasto AI le funzioni torcia e apertura ultima app, così da avere queste funzioni immediatamente a portata.

Ultimo appunto: non mi piace il fatto che in alcune funzioni della MIUI ed in alcune app preinstallate (c’è molto bloatware, come browser Opera e Joom) ci sia la pubblicità, e soprattutto che non sia removibile: o meglio, in alcune app tipo in “Download” si può eliminare la pubblicità premendo sui 3 puntini in alto a sinistra e deselezionando la spunta dei suggerimenti, ma rimane in altri contesti come nel tool “Svuota memoria” a pulizia avvenuta. È vero che i prodotti Xiaomi costano poco rispetto alle loro qualità, ma vorrei una modalità simil-Kindle in cui posso scegliere sia prima che dopo l’acquisto se pagare di meno per avere un prodotto con pubblicità o aggiungere una piccola spesa per avere un prodotto ad-free.

Fotocamera

Xiaomi Mi 9 si dota di un comparto fotografico ricco e che sulla carta promette bene. Troviamo infatti 4 sensori, sul retro e uno anteriormente:

  • un sensore principale da 48 megapixel, f/1.75, 1/2″;
  • un sensore con obiettivo tele 2x da 12 megapixel, f/2.2;
  • un sensore ultra-grandangolare da 16 megapixel, f/2.2, con campo di visione di 117°;
  • un sensore da 20 megapixel f/2.0 sulla parte frontale all’interno del notch a goccia per i selfie.

L’ampia possibilità di scelta permette di avere sempre l’inquadratura giusta in ogni situazione, ma non tutti i sensori sono sfruttati a pieno.

Rispetto al Mi 8 ci sono stati passi avanti, come la terza fotocamera, ma anche un importante passo indietro, eliminando la stabilizzazione ottica e facendo totale affidamento su quella elettronica. Questo si vede soprattutto in video con poca luce dove si nota un po’ di jittering dovuto alla stabilizzazione software.

I 48 megapixel del sensore sono veri, ma non sono sfruttati in maniera tradizionale: praticamente il Mi 9 fonde 4 pixel in uno per ottenere foto (almeno sulla carta) più definite e più luminose. C’è una modalità per sfruttare tutti i 48 megapixel, con cui si ottengono foto molto pesanti (20MB) con risoluzione 8000×6000, ma il risultato non è sbalorditivo e si perdono quelle funzioni smart in grado di migliorare via software lo scatto come HDR e AI.

Il nostro consiglio è usare la fotocamera nella modalità standard, che produce foto da 12 megapixel, con risoluzione 4000×3000, e sfruttare tutte le possibilità avanzate di scatto.

Ma parliamo dei risultati: gli scatti di giorno sono sempre ottimi, all’altezza di un top di gamma, con tutti i sensori posteriori. Gamma dinamica molto ampia, dettagli nitidi e resa cromatica più che soddisfacente.

Diversa la situazione quando la luce cala, dove i due sensori secondari (ultra-wide e zomm) peccano maggiormente a causa della minore apertura. Il sensore principale riesce ad essere un po’ più versatile ma non troppo, perché c’è sempre poco dettaglio negli scatti notturni a causa dell’assenza della stabilizzazione ottica e della presenza invece di una noise reduction un po’ troppo aggressiva: ho la sensazione che il software non riesca ancora ad estrarre il meglio da questo sensore. C’è una modalità notte (disponibile solo in modalità normale e 2x, non in modalità ultra-grandangolare) che migliora drasticamente la situazione per la condivisione sui social, ma non fa i miracoli della Google Fotocamera.

A proposito, vi anticipo che ho da poco installato una prima versione di Google Fotocamera e i risultati spesso migliorano. Al momento non vengono sfruttati tutti i sensori, quindi ha poco senso parlarvene oggi, ma non appena lo sviluppo permetterà di scegliere tra i 3 sensori ne riparleremo.

Dove il software dimostra di aver bisogno di ulteriore ottimizzazione è con i ritratti e con i selfie: skin tone e scontorno sono spesso imprecisi e già con la prima versione della Google Fotocamera c’è un netto passo in avanti. Da migliorare.

Capitolo video: il Mi 9 supporta la registrazione video fino al 4K a 60fps, con slow motion in 1080p a 240fps o in 720p a 960fps. La stabilizzazione digitale funziona solo sui framerate da 30fps (modalità che consigliamo, visto che in questa modalità i video sono anche più dettagliati), mentre si disattiverà nelle modalità a fps superiori.

Inoltre in video lo zoom è sempre digitale, quindi non si userà il sensore con obiettivo tele 2x, mentre con la fotocamera ultra-grandangolare non si può registrare a 60fps.

Di giorno i video sono davvero eccellenti, con la stabilizzazione digitale sono decisamente godibili, mentre a 60fps sono un po’ troppo mossi e fanno venire il mal di mare. Di notte l’assenza di stabilizzazione ottica si nota un po’ di più con video più ballerini anche con la stabilizzazione digitale ed evidente jittering in diverse situazioni. Audio registrato molto buono.

La modalità slow motion con maggiore qualità è la 1080p a 120fps, mentre la modalità a 960fps presenta notevoli artefatti: più una chicca per divertirsi con gli amici che un vero slow motion.

Conclusioni

Xiaomi Mi 9 ha reso un top di gamma alla portata di tutti, con uno smartphone potente, curato e prezioso ad un prezzo che è almeno la metà (se non un terzo) dei flagship attuali. Magari non sarà bello ed “unico” come il Mi Mix 3 o curato nel software come un OnePlus 6T, ma è quello con i compromessi meno evidenti.

Foto e video di qualità, schermo top, autonomia sorprendente e tanta potenza sono i motivi per sceglierlo, notch più piccolo, grandangolo e ricarica wireless sono le novità che lo distinguono dal Mi 8 (che rimane comunque un ottimo smartphone).

I motivi per non sceglierlo sono pochi: audio mono migliorabile, nessuna impermeabilità certificata, niente 5G, e qualche difetto di gioventù (risolvibile via aggiornamento software). Sono inoltre motivi che hanno peso nettamente inferiore rispetto alle qualità del Mi 9, ma soprattutto rispetto al prezzo: si parte da 449 euro per il modello 6-64 salendo a 529 euro per il modello con 128 GB di storage. Siamo davanti a cifre più che democratiche, che rendono il Mi 9 il flagship di tutti, per tutti, fin troppo facile da scegliere e consigliare se si è attenti al portafoglio.