È ufficiale, i propositi di Broadcom di acquistare Qualcomm sono stati vanificati da Donald Trump in persona. Il Presidente degli Stati Uniti avrebbe motivato la propria decisione di bloccare le proposte di acquisto in quanto “minacciano la sicurezza nazionale degli USA”.

L’intenzione dell’azienda, la cui sede è Singapore, è palese a tutti da un bel po’. Sono mesi difatti che le offerte di quest’ultima si susseguono. La multinazionale americana, della cui acquisizione da parte di Broadcom, temevano le stesse Google e Microsoft, è dunque “salva” grazie a un ordine esecutivo firmato da Trump che blocca di fatto qualsiasi tentativo d’acquisto da parte degli insistenti compratori.

Che si tratti di malcelato protezionismo commerciale o meno, il fatto è che nonostante i 117 miliardi di dollari offerti il tentativo di quella che sarebbe potuta essere la più grande acquisizione nella storia del settore è stato vanificato in un sol colpo.

Al riguardo il CFIUS, il Comitato degli investimenti esteri degli States, fa notare inoltre che se Broadcom avesse acquistato Qualcomm sarebbe stato inoltre motivo di inutili perdite di denaro, quindi un chiaro svantaggio nella lotta del settore con i rivali cinesi come Huawei.

A ogni modo, la risposta di Broadcom non si è fatta attendere, risposta che naturalmente esplicita il disaccordo riguardo al fatto che l’acquisizione avrebbe potuto minare la sicurezza del Paese.

Nel frattempo Qualcomm, ricevuto l’ordine esecutivo, annuncia per il prossimo 23 marzo una riunione nazionale degli azionisti. E Intel, intanto, tira un respiro di sollievo.

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