Come molto probabilmente saprete seguendo il mondo Android (e non solo), col termine benchmark  si fa riferimento a una serie di test volti a valutare le prestazioni e l’efficacia di un dispositivo in determinate condizioni d’utilizzo e in determinati ambiti. Ovviamente, più il dispositivo sarà potente e ben ottimizzato migliore sarà il punteggio ottenuto. Guardando la situazione sotto gli occhi dell’utente finale, i benchmark servono per rendersi conto se lo smartphone può rispecchiare o meno la propria utilità nella propria vita di quotidiana: se è prioritario un buon risultato sulla grafica o sul processore, sulla velocità della RAM o della ROM. Quindi, si parla di punteggi importanti perché condizionano la presenza sul mercato di tutti i dispositivi informatici, dagli smartphone ai computer.

Dopo questa lunga premessa, possiamo passare alla notizia vera e propria. Il 26 marzo 2018, OPPO ha lanciato il suo nuovo smartphone medio gamma chiamato OPPO F7. Questo dispositivo è dotato del processore Mediatek Helio P60, 4 GB di memoria RAM e 64 GB di memoria interna. Nelle ultime ore, questo smartphone è stato messo sotto stress dal sito web vietnamita genk.vn che ha effettuato una serie di benchmark su di esso per mezzo di AnTuTu Benchmark, Geekbench e PCMark. Al termine dei test, è stato subito messo a confronto con tre suoi rivali della stessa fascia di mercato, cioè Xiaomi Redmi 5 Plus (Snapdragon 625), Redmi Note 5 Pro (Snapdragon 636) e Mi 6X (Snapdragon 660). Ecco a voi i risultati:

Come potete facilmente constatare, OPPO F7 riesce a vincere ovunque con risultati decisamente migliori rispetto alla concorrenza. Secondo questi benchmark, Helio P60 octa core a 2000 MHz si dimostra essere superiore  persino allo Snapdragon 660 octa core a 2200 MHz. Il problema è solo uno: al redattore del sito questi dati non sono sembrati molto leciti.

Per colmare tutti i suoi dubbi, allora, ha deciso di installare un’app in overlay utile a monitorare la frequenza dei core della CPU e lasciarlo in esecuzione durante l’apertura di svariate app. Ecco cosa è accaduto:

Il comportamento visibile negli screenshot è risultato decisamente strano. L’Helio P60 di OPPO F7 girava a circa 800 MHz per core nell’utilizzo standard, ma andando aprire l’app dedicata ai benchmark tutti i core sono saltati fino ad arrivare a 2.0 GHz. Dinanzi a questa situazione è più che evidente che ci sia stata una qualche manipolazione a livello software e hardware da parte della casa per pompare i risultati dei benchmark.

Ma il redattore non si è arreso. Dopo essersi reso conto di ciò, voleva capire a cosa fosse legato questo improvviso aumento di frequenza; quindi, decide di fare un ulteriore test. Apre Android Studio e crea una semplice applicazione “Hello World” ma utilizzando come nome del package lo stesso dell’applicazione di AnTuTu Benchmark, quindi “com.antutu.ABenchMark”. Ecco come si è conclusa la storia:

In sintesi, OPPO ha fatto in modo che quando il software di OPPO F7 rileva l’apertura delle un’app con un determinato package – che può essere quello di AnTuTu, GeekBench e chissà quali altri – faccia in modo che la CPU inizi a lavorare al massimo delle sue capacità così da rendere più alti i punteggi dei test.

I benchmark servono a dare un risultato in base all’utilizzo sotto stress entro i limiti della normalità di un dispositivo. Forzare l’accelerazione dei core per falsificare i risultati non giova né alla casa di produzione – che rischia di avere una caduta d’immagine dopo esser stata scoperta – né alle aziende che pubblicano questi dati.