Dopo il polverone sollevato dai benchmark di OnePlus 5, l’azienda ha cambiato strategia. D’ora in poi si giocherà ad armi pari con i competitor.

Il quinto smartphone della casa era infatti impostato per avviare in automatico una sorta di performance mode quando il software percepiva un imminente bisogno di potenza.

Quindi all’apertura di un gioco, o di un benchmark appunto, il processore veniva portato alla massima frequenza. Il che generava un problema anche per gli utenti, obbligati a consumi energetici elevati indipendentemente dalla loro volontà. Bisogna dare atto a OnePlus di aver ascoltato e accettato le critiche rivedendo una decisione fortemente opinabile.

Il software è certo importante, ma lo è anche l’hardware. E parlando di JerryRigEverything gioca un ruolo primario la solidità costruttiva. Indovinate cos’ha fatto il boia della tecnologia quando gli è arrivato OnePlus 5T? Ma ovvio! Lo ha sottoposto alla fedele scaletta dei test di durabilità.

Così ne è stato messo alla prova il display – prima per quanto riguarda la durezza superficiale poi la resistenza alle fiamme – , i materiali utilizzati, per suggellare il tutto con una prova di piegamento. Il dato curioso è che finora quest’ultimo test non è stato fallito da alcun OnePlus. Riuscirà il 5T a “tenere la linea”?

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