L’arrivo del 5G sta destando qualche preoccupazione tra i cittadini e le associazioni (e non solo), ma l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ci tiene a fare chiarezza, sostenendo, in una recente audizione alla Camera, che le nuove antenne 5G sono un pericolo ancora più remoto per la salute rispetto alle attuali tecnologie.

Repubblica è riuscita a procurarsi le relazioni di alcuni dei relatori, tra i quali figurano rappresentanti dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), del Centro Radioelettrico Sperimentale G.Marconi (CReSM), della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (Icnirp, formalmente riconosciuto dall’OMS) e, per l’appunto, dell’Istituto Superiore di Sanità (nella persona del ricercatore Alessandro Polichetti).

Nelle scorse settimane sono state raccolte 11.000 firme, raccolte in una petizione da presentare in Parlamento da parte dell’Alleanza Stop 5G, e la questione ha toccato anche il consigliere regionale del M5s Andrea Maschio e il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi, che hanno chiesto una sospensione per il 5G.

Durante l’audizione, sono stati citati due studi, dai quali risulta un possibile aumentato rischio di tumore per l’esposizione di ratti a onde elettromagnetiche su frequenze usate dalle reti 2G e 3G. L’Icnirp ha descritto come poco significativi i due studi, che in ogni caso non riguardano le frequenze 5G, mentre l’Iss ha ricordato che le attuali linee guida internazionali (Iarc e OMS) non evidenziano nessun rischio per le antenne cellulari in quanto le potenze utilizzate sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle che hanno sollevato qualche timore negli studi sui ratti.

Le attuali linee guida definiscono “possibile” cancerogeno solo un grande utilizzo dei cellulari, una cosa molto diversa rispetto alla presenza, relativamente distante, di antenne: inoltre, il ricercatore dell’Iss ha ricordato come il “possibile cancerogeno” risulti il livello più basso di rischio.

Ma il 5G può esporre a maggiori rischi a causa delle nuove frequenze? Queste ultime sono infatti più elevate e dunque serviranno un maggiore numero di antenne nelle nostre città in quanto il segnale riesce a penetrare e a diffondersi meno bene. Questo significa però che le potenze saranno più basse e le onde si fermeranno a un livello molto superficiale della pelle.

Gli studi fatti su queste nuove frequenze dimostrano che gli effetti sulle cellule sono meno rilevabili rispetto a quelli per l’uso delle attuali tecnologie e frequenze 2G-3G-4G. Se siete interessati all’argomento, vi ricordiamo di dare uno sguardo al nostro approfondimento.