Il 5G è pericoloso? La domanda più cercata su Google in correlazione con le reti di nuova generazione riguarda proprio gli eventuali effetti collaterali del 5G come ad esempio la sua natura cancerogena e il suo essere potenzialmente dannoso per la salute.

D’altra parte l’opinione pubblica ha sempre timore quando vede associare termini come onde elettromagnetiche ad una diffusione capillare sul territorio di antenne di un segnale che rivoluzionerà letteralmente il mondo. Tuttavia, come buona parte delle novità, spaventa.

Anche perché in questi anni e soprattutto negli ultimi mesi sono usciti numerosi articoli e qualche studio che andrebbero proprio nella direzione meno ottimista. Ma quanto c’è da credere a queste teorie? Come interpretare i dati e le regolamentazioni? Cerchiamo di fare un po di chiarezza.

Il 5G fa male alla salute? Le fazioni contrapposte

Le posizioni contrapposte sono ben delineate tra chi punta il dito contro il 5G e chi contro gli accusatori, affermando che stimolano un vero e proprio terrorismo mediatico. Molti portali complottisti hanno cavalcato l’onda di recenti notizie rivelatesi poi bufale, come quella degli uccelli morti improvvisamente in un parco cittadino olandese. Altre fonti di informazione, anche ben note, richiamano altri studi.

Ad esempio alcuni sollevano anche allarmi singolari come quelli dei batteri che diventerebbero antibiotico-resistenti, ma non ci sono prove concrete a supporto.

La posizione più forte e perentoria è giunta dai 170 scienziati che hanno scritto insieme un appello per rimandare la sperimentazione e lasciare che ci fosse la possibilità di ottenere risultati più utili sugli effetti a lungo termine.

Una richiesta assai difficile da esaudire non solo per i ritardi sulle sperimentazioni della tecnologia che si dilaterebbero ma anche per via dell’eventuale popolazione richiesta per le osservazioni. A tal proposito, si dovrebbe prendere come riferimento l’Organizzazione mondiale della sanità, che non ha mai trovato riscontri di dannosità.

Partiamo infatti da un presupposto fondamentale: la comunità scientifica non si è ancora esposta in merito e non ha ancora emesso una risposta definitiva, tuttavia al momento attuale non esistono prove che garantiscono con sicurezza la pericolosità del 5G.

Insomma, “non frigge il cervello” così come le reti precedenti rimanevano abbondantemente sotto i livelli di rischio. Tuttavia, come tutte le tecnologie di prossima generazione, dobbiamo attendere per avere precise indicazioni sugli effetti a lungo termine.

Il 5G è cancerogeno?

Ci possiamo basare però sulle reti attuali con il 2G che lavora in frequenze tra 900 e 1.800 MHz, il 3G tra 1.900 e 2.170 MHz e LTE/4G tra 800 e 2600 MHz e nessuna causa radiazioni nocive visto che non vengono emesse onde elettromagnetiche ionizzanti, ma al massimo riscaldamento. Dall’altro lato, anche tutti i dispositivi a radiofrequenza immessi sul mercato rispettano livelli di esposizione massimi come 8 Watt/kg per il corpo e 2 Watt/kg per parti del corpo come la testa. Qui tutte le informazioni sulle frequenze del 5G.

Gli accusatori del 5G si basano sul fatto che le frequenze operative saranno molto più elevate fino a decine di GHz in più delle reti precedenti con effetti dannosi sull’organismo umano. Anche perché, visto che la portata delle nuove reti sarà minore, sarà necessario coprire il territorio con una maggiore densità di antenne con relativa vicinanza più probabile tra le stesse e una cospicua parte della popolazione.

Tuttavia, spesso ci si sofferma solo sui particolari che porterebbero nella direzione della pericolosità, senza guardare l’altra faccia della medaglia: se il 5G ha meno capacità di penetrare all’interno di barriere come muri o ostacoli, lo stesso si ripercuote sull’organismo umano.

Inoltre sono infondate le tesi che associano le frequenze del 5G a quelle di alcune armi visto che lavorano a intensità molto inferiore ed è inutile controbattere a chi denuncia che il 5G provocherebbe una risonanza delle molecole d’acqua cuocendoci come in un microonde. Insomma, possiamo accogliere questa rivoluzione tecnologica (ecco cosa cambierà nel mondo) con meno preoccupazione.

Perché si deve avere fiducia nel 5G, l’opinione di Gianni Comoretto

Come interpretare i dati e quale peso dare a chi dice che il 5G è dannoso? Ci risponde il radioastronomo Gianni Comoretto, che lavora presso l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri e che è anche membro del Cicap.

La nostra domanda è presto detta: la prima ricerca correlata a 5G su Google è a proposito della sua pericolosità, non solo per via delle bufale, ma anche per informazioni spesso contraddittorie. Perché il 5G è una tecnologia della quale fidarsi?

Come per tutto, occorre cercare fonti affidabili. Non si può mettere sullo stesso piano l’Istituto Superiore della Sanità e un appello di 180 “scienziati” di una fantomatica associazione privata. Un giornalista dovrebbe essere in grado di valutare, in quanto per un normale cittadino farlo diventa spesso impossibile.

Ad oggi non si sono evidenziati rischi sanitari connessi con l’uso di onde radio, ai livelli consentiti dalle normative. l’IARC ha cautelativamente classificato l’esposizione ad onde radio per gli utilizzatori di cellulari come “possibile cancerogeno”, ma i ripetitori per telefonia non rientrano in questa classificazione.

“Il 5G non cambia sostanzialmente i livelli di esposizione a cui siamo esposti oggi, anche se presenta delle differenze. E’ importante che la società civile sia coinvolta nella definizione delle regole, dove queste cambieranno, ma non ci sono motivi per ritenerla più pericolosa delle mille novità che incontriamo ogni giorno”

Paradossalmente, il 5G potrebbe essere più “dannoso” per la sua attività di osservazione delle onde radio emesse dalle stelle, perché?

“Il 5G mi sta abbastanza antipatico proprio per questo, dato che renderà il mio mestiere molto più difficile. Io sono un radioastronomo. Osservo il cielo guardando le onde radio invece che guardando la luce visibile. In particolare guardo le onde radio emesse da molecole presenti in grandi nubi di gas, nella nostra galassia o anche in galassie vicine.

Studiare queste molecole è interessante innanzitutto per le molecole in sé, la chimica che avviene in queste nubi le porta a produrre le molecole base per la vita. Oggi si ritiene che queste molecole, portate sulla Terra da comete durante la sua formazione, siano state importanti per la nascita della vita sul nostro pianeta. L’emissione radio ci permette poi di studiare in dettaglio queste nubi di gas: qual è la loro pressione, densità, temperatura. Come si muovono. Come evolvono, fino a formare nuove stelle e pianeti.

Ma queste onde radio sono debolissime. Un radiotelescopio riuscirebbe a ricevere un telefonino su Marte. Riceviamo i dati delle sonde spaziali ai confini del Sistema Solare, a miliardi di km da noi, e queste sonde trasmettono con potenze simili a quelle di un ripetitore per telefonia. Avere un ripetitore a un paio di km è come avere un faro puntato negli occhi a un metro di distanza.

Fino ad oggi ci si salvava in quanto le frequenze radio che ci interessano erano diverse da quelle usate dai telefonini, il 5G occuperà le frequenze caratteristiche di molte molecole, come acqua ed ammoniaca. Diventerà praticamente impossibile studiarle. Ci si difende spostandosi su altre frequenze, o in zone desertiche, ma non potremo più fare le cose che descrivo qui”.

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