Alan Kay, uno dei padri della programmazione ad oggetti e colui che per primo immaginò i computer portatili, è molto spesso tirato in ballo per questa famosissima frase: “le persone che prendono veramente sul serio il software dovrebbero creare il proprio hardware“. Cosa significa? Che se un’azienda sviluppa software, come ad esempio un sistema operativo, allora è molto importante che sviluppi anche l’hardware (in questo caso il processore) su cui farlo girare.

Google punta a processori proprietari

Google sembrerebbe essere la prossima azienda a voler creare i propri processori, un po’ come fa ormai da anni Apple con i chip A(x) e non solo. Secondo un report pubblicato da Axios, il colosso di Mountain View sarebbe pronto a sfruttare processori proprietari da utilizzare sulla gamma di smartphone Pixel e anche sui Chromebook.

Attualmente, lato mobile, l’azienda fa affidamento agli ottimi processori sviluppati da Qualcomm, di cui lo Snapdragon 855 è quello che accompagna la gamma Google Pixel 4. Axios sottolinea che i processori sarebbero indicati con il nome di “Whitechapel” e, come vi avevamo anticipato qualche giorno fa, nascerebbero da una collaborazione con Samsung.

Il processore dovrebbe essere realizzato con processo produttivo a 5 nm e dovrebbe includere 8 processori ARM con chip dedicati al machine learning e a Google Assistant. L’azienda statunitense avrebbe già ricevuto i primi prototipi funzionanti, i quali dovrebbero essere pronti all’utilizzo non prima del 2021, magari in tempo per il lancio di Google Pixel 5.

Impiegare processori proprietari permetterebbe a Google di ottimizzare ancora di più l’utilizzo di Android, migliorare i consumi degli smartphone, e rendere così i suoi prodotti ancora più competitivi sul mercato.