Presso un tribunale distrettuale della Pennsylvania, Amazon è stata citata in giudizio in seguito a un’accusa che la ritiene responsabile per i prodotti difettosi venduti da terzi sulla propria piattaforma.

Facciamo un salto temporale a fine 2014, quando una donna di nome Heather Oberdorf acquistò un collare per cani da un venditore del Marketplace di Amazon. Quello stesso collare si ruppe in occasione di una passeggiata, rottura che di conseguenza fece volare il guinzaglio finendo per accecare il cane in un occhio secondo quanto dichiarato.

Considerando che del venditore effettivo non se ne sono trovate le tracce, la donna ha deciso di citare in giudizio proprio Amazon, decisione presa in tante altre situazioni simili che costarono ad Amazon giusto qualche grattacapo, nulla di più. Questo perché i tribunali non hanno mai considerato il colosso di Jeff Bezos come un venditore vero e proprio scansando perciò tutte le eventuali accuse di responsabilità diretta.

In questo caso però il tribunale distrettuale della Pennsylvania si è trovato a favore proprio di Oberdorf dichiarando nella sentenza che Amazon debba essere ritenuta responsabile dell’accaduto in quanto parte della catena di vendita, decisione che accoglie perciò le accuse di negligenza dichiarate dalla donna.

Per il momento Amazon non si è ancora espressa sulla questione, ma un caso del genere potrebbe creare un precedente potenzialmente dannoso per l’azienda.