In questi ultimi giorni è tornato ad infiammarsi il dibattito relativo alla decisione di alcuni operatori telefonici di ridurre il periodo di fatturazione dal canonico mese a 28 giorni (ossia quattro settimane).

Nonostante le lamentele di milioni di utenti e la Delibera 121/17/CONS dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (che vieta per la telefonia fissa la fatturazione ogni 28 giorni), gli operatori continuano nel cammino intrapreso ormai parecchi mesi fa.

Con riferimento alla Delibera 121/17/CONS, bisognerà attendere febbraio 2018, quanto il TAR si pronuncerà sul ricorso con cui le aziende telefoniche hanno impugnato tale atto, eccependo la sua illegittimità.

Secondo Mauro Vergari, responsabile Tlc di ADICONSUM, “La fatturazione a 28 giorni invece che a 1 mese, come da noi denunciato anche in sede di consultazione per la stesura della Delibera 121/17/CONS,  sta comportando per i consumatori un aumento dei costi dell’8,6% nel passaggio da 12 a 13 mensilità […] ma soprattutto l’incertezza del giorno del pagamento o del prelievo in caso di RID bancario, che con la cadenza a 4 settimane slitta di mese in mese, andando ad incidere sui bilanci già in crisi delle famiglie italiane, esponendole al rischio di andare in rosso, aggiungendo ai costi della bolletta anche quelli della commissione di massimo scoperto applicati dalla banca”.

Al momento agli utenti italiani non resta che attendere pazientemente la pronuncia del TAR anche se, visto l’evolversi della situazione, ADICONSUM auspica un intervento legislativo che disciplini i tempi minimi di fatturazione. Il rischio che anche in altri settori si inizi ad adottare una cadenza ridotta è dietro l’angolo.

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