La funzionalità Deep Research di Gemini, il potente strumento di analisi avanzata basato sull’intelligenza artificiale di Google, potrebbe presto diventare molto più versatile e soprattutto più utile per chi vive quotidianamente nell’ecosistema di Mountain View. Secondo quanto emerso dalla versione 16.44.59.sa.arm64 dell’app Google, l’azienda starebbe infatti lavorando a una versione rinnovata della funzione che consentirebbe di scegliere le fonti da cui attingere per l’analisi, includendo Gmail, Drive e Chat, oltre alla tradizionale ricerca web.

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La Deep Research di Gemini sta per diventare molto più approfondita

Come molti di voi sapranno, la funzionalità Deep Research è stata introdotta lo scorso anno con l’obbiettivo di permettere a Gemini di eseguire analisi estese su determinati argomenti, elaborando informazioni da documenti, immagini e altri contenuti caricati dall’utente. Finora però, il sistema era limitato, poteva infatti accedere solo a file specifici selezionati manualmente.

La novità scoperta nel codice suggerisce invece un approccio completamente nuovo: un menù Fonti nella sezione dedicata di Gemini consentirà all’utente di decidere con precisione quali archivi utilizzare per la ricerca, web, Gmail, Drive o Chat, trasformando così la ricerca approfondita in un vero e proprio strumento di indagine trasversale sui propri dati personali.

La parte più interessante della scoperta riguarda la possibilità che Gemini possa analizzare l’intero contenuto del proprio account Google Drive o della casella Gmail, e non solo i singoli file o messaggi; in pratica il chatbot potrebbe essere in grado di rispondere a domande complesse pescando direttamente dalle informazioni archiviate nel proprio spazio cloud o nelle e-mail ricevute.

Si tratta di un’evoluzione notevole rispetto all’attuale versione e che apre scenari molto interessanti, ad esempio sarà possibile chiedere a Gemini di riassumere tutte le fatture ricevute negli ultimi tre mesi, oppure di trovare i documenti che menzionano un determinato progetto, senza dover indicare manualmente i file.

Ovviamente, Google sembra intenzionata a lasciare pieno controllo all’utente, chi non desidera che l’assistente attinga dal web (magari per ridurre il rischio di imprecisioni o informazioni non verificate) potrà escluderlo e limitare l’analisi dei propri dati.

Il nuovo approccio non elimina la possibilità di caricare manualmente dei file, la presenza dell’omonimo pulsante resta confermata, proprio per consentire un’analisi mirata quando necessario. Tuttavia, sarà possibile combinare diverse fonti, per esempio aggiungere un documento specifico e contemporaneamente chiedere a Gemini di cercare nel Drive eventuali file correlati, rendendo il flusso di lavoro molto più flessibile.

Questa impostazione si avvicina in parte a quella di NotebookLM, l’altro strumento IA di Google pensato per la ricerca e la sintesi di contenuti, anche se al momento quest’ultimo non consente di analizzare interi account Gmail o Drive; non è da escludere però, che in futuro la sinergia tra i due servizi possa diventare più stretta.

Per il momento non ci sono informazioni ufficiali sula tempistica di rilascio di questa versione potenziata di Deep Research, e non è chiaro se sarà disponibile per tutti gli utenti o riservata a chi utilizza la versione a pagamento; considerando però il livello di integrazione raggiunto e la presenza di opzioni già funzionanti nel codice dell’app, il rollout potrebbe non essere troppo lontano.

Bisognerà quindi attendere ancora prima di poter utilizzare queste nuove potenzialità, ma se le premesse verranno confermate, Deep Research di Gemini potrebbe diventare uno degli strumenti IA più completi e personalizzabili mai integrati nei servizi Google.